I friulani W.I.N.D. sono, da anni, una delle realtà rock più importanti d'Europa. Il power trio si è costruito un seguito internazionale basato su serietà e personalità che ha pochi eguali in Italia. Il loro ultimo disco Walkin' in a new direction è uscito nel 2010 ed è uno dei migliori dischi rock usciti nel nostro paese negli ultimi anni. Fabio Drusin, bassista, cantante e fondatore, parla del loro ultimo lavoro, della stabilità trovata dalla nuova formazione e dell'attività live in giro per il mondo, vero punto di forza dei W.I.N.D.
Ad un anno di distanza dall'uscita di Walkin' In A New Direction, quali sono le soddisfazioni maggiori che vi ha dato il disco, a tutti i livelli? Riuscite a trarre un primo bilancio di questa nuova avventura per la band?
Fabio Drusin: L'album è andato molto bene come vendite e come recensioni, ha ottenuto ottimi consensi dalla stampa e addetti ai lavori ed attualmente è l'album che ha venduto di piu dei nostri precedenti, essendo vicino alla quarta ristampa nel giro di un anno. Anche perchè supportato da parecchi concerti un pò ovunque negli ultimi due anni, ed un buon lavoro dal nostro management ed etichetta discografica.
Quali sono stati i più grandi cambiamenti umani e musicali con l'entrata nella band,( ormai quattro anni fa, se non sbaglio) di due nuovi elementi come Anthony Basso alle chitarre e Silver Bassi alla batteria?C'è stato da subito un ottimo feeling tra di noi, umano e musicale, siamo partiti subito per dei concerti una settimana dopo le prime prove. Direi che siamo maturati molto, assieme, ed abbiamo portato al nostro sound una ventata d'aria fresca, guidata dalla nostra compatibilità e anche dal fatto che abbiamo vissuto assieme per lunghi periodi in Tour, cosa molto importante, perchè solo lì riesci a capire se il motore gira; l'attitudine che devi avere per fare un mestiere come questo è una cosa fondamentale, oltre alla dote della musica, questo è il motivo per cui molte bands partono ma poi si fermano, per diversi motivi. Gli ostacoli da saltare sono molti e non tutti sono disposti a farlo. Noi ci reputiamo fortunati in questo,vuoi perchè nel corso degli anni abbiamo portato avanti un discorso serio, riuscendo a dare un certo peso e storia al nostro nome, vuoi perchè siamo un trio unito e motivato, che ha un'unico obiettivo. Ora per le bands emergenti è tutto piu difficile in questo businness, molto difficile e a mio parere manca anche una certa unità. Musicalmente parlando, con Anthony e Silver c'è stato un salto di qualità e professionalità, più aperture musicali, più orizzonti esplorati, due voci soliste e i molti concerti che abbiamo fatto hanno aiutato a maturare il nostro sound, che ripeto, risente positivamente per la nostra compatibilità musicale e anche umana. Dividiamo stessi gusti, stesse idee riguardo il nostro lavoro e progetti ed andiamo d'accordo rispettandoci a vicenda.
Come riportato sul retro copertina, il disco è stato registrato live in studio. Come siete riusciti ad ottenere questo suono strepitoso?Semplicemente cercando di portare sul disco il nostro suono naturale, il nostro feeling del momento, appunto registrando in maniera live in studio, con i nostri strumenti, microfoni d'ambiente vintage e l'occhio e orecchio attento del nostro produttore Stefano Amerio,.
che rispetto i dischi precedenti ha lasciato piu spazio al suono e all'ambiente, con pochissime sovrancisioni lasciando volutamente anche qualche imperfezione del momento, che fa parte dell'anima della musica, specie quella Rock. Poi la nostra personalità ha fatto il resto, il suono di una band, di uno strumento, nasce da quello che sei.
Volendo fefinire la vostra musica, ci si trova in difficoltà: blues, jam band, psichedelia, southern, hard blues. Il vostro range musicale è ampio. Qual'è la definizione che più vi aggrada o che riesce a rendere meglio la musica che suonate?Una parola: ROCK. Non amo particolarmente le etichette, che non dovrebbero essere date dai musicisti, i generi sono stati inventati dai giornalisti, per meglio etichettare una o l'altra band, che ovviamente è comodo e in certi casi serve; nel Rock, specie quello di un tempo, trovi un pò di tutto: il Blues, il Soul, il Funk. Mi piace ricordare una frase di Gregg Allman: "Non siamo una Jam Band, siamo una band che fa Jam".Un tempo tutti igrandi gruppi erano a loro modo jam bands: Traffic, Jethro Tull, Zeppelin, Cream, Hendrix, per citarne alcuni. Io personalmente sono un grande fan della musica Soul di un tempo ad esempio, genere che adora anche Anthony, ma ascolto anche musica Indiana, etnica, Jazz, Blues ovviamente, musica classica, il Funk di New Orleans.Tutti generi che puoi trovare in una sola parola, il Rock. Silver è un batterista atipico, ascolta principalmente musica dove il batterista non necessariamente è in prima linea, è molto musicale e il suo modo di suonare riflette questa sua particolarità. Oggi molti batteristi ascoltano principalmente bands dove il batterista è molto tecnico, limitando l'ascolto principalmente al solo strumento, cosi succede spesso anche per i chitarristi, mentre Anthony ascolta molti cantanti ad esempio, essendo cantante anche lui, e questo lo si sente nel suo modo di suonare. Tutto ciò aiuta ad amalgamare il nostro suono. Diciamo che lavoriamo naturalmente alla "Tutti per uno, uno per tutti", è questo che crea la personalità di una band
Ad esempio Deja Vu with the Blues è una canzone molto eclettica. Come è nata?E' nata durante un nostro ritiro in montagna qualche anno fa, appunto per scrivere le canzoni per il disco. L'ho scritta partendo dal riff di basso e pensando al Rhithm ad Blues vecchio stampo, poi nella parte centrale c'è un'impennata jam con solo di Anthony per poi finire con un solo di Trombone di Mauro Ottolini. Ho pensato al trombone perchè è uno strumento che adoro e perche pensavamo ci stesse bene in quel contesto un po "Funk Jam". Mauro lo ha inciso dopo un solo ascolto del brano, alla prima take. Lui è uno dei migliori qui in italia e non solo ed anche un grande fan dei Led Zeppelin, tornando al discorso di prima..
Il vostro nome all'estero è conosciuto ed apprezzato. Fate Festival e Tour ogni anno. La situazione in Italia com'è, notate grandi differenze rispetto agli altri paesi europei? Insomma l'Italia vi va stretta?E' un discorso lungo e complicato.Stretta non direi, anche perchè abbiamo suonato molto in Italia, e nel tempo abbiamo costruito un discreto seguito. Va un pò di moda dire che qui la situazione è peggiore che in altri posti, ma non sono completamente d'accordo, anche perchè avendo girato molto ho visto situazioni simili un pò ovunque. C'è qualcosa di positivo e qualcosa di negativo in ogni stato, dipende dal tuo giro, dai tuoi contatti, dalle scelte che fai. Se parliamo di certi programmi televisivi certo è un disastro, ma non dimentichiamo che sono programmi che vengono dall'America e dall'Inghilterra, è un marcio e una politica di media un po "lava cervelli", viviamo in un mondo globale che dovrebbe tornare all'analisi singola e alla liberta di scegliere. Negli Stati Uniti ad esempio, dove ho diversi amici musicisti, è piu dura che da noi, suonano per le mance, a volte pagano pochissimo, a parte i grandi, ma che anche loro dagli stadi sono passati ai clubs e vanno di moda i tours a doppio nome per richiamare piu persone, oltre al fatto che molti di loro aspettano di venire in Tour in Europa, dove li pagano meglio e il pubblico è ancora piu vergine e curioso.Vige un clima di disinteresse delle persone, bisognerebbe fare molti passi indietro, il consumismo e anche la tecnologia, paradossalmente non hanno aiutato molto. Non sono contro la tecnologia, internet e iTunes, se sono usati in maniera corretta e se non intaccano incosapevolmente la nostra curiosità ed entusiasmo, cose fondamentali per la musica, che però possono perdersi con i vari youtube, facebook etc. Voglio dire, Facebook e Myspace sembravano una svolta, invece hanno creato un mare troppo grande, dando anonimato. Quando c'è troppo tutti diventano troppo poco e la visibilità che dovrebbe dare, invece porta a sterilità e invisibilità, facendo calare l'interesse e la curosità. I ragazzi dovrebbero staccare un pò di più il computer e l'iPod e prendere in mano più spesso gli strumenti e suonare, parlare, confrontarsi, discutere, conoscere...
Spesso girate il mondo in compagnia di Alvin Youngblood Hart. Quali sono i ricordi più belli di questi tour, dove siete stati?Il primo concerto che abbiamo fatto con lui fu nel Maggio del 2008, in un Festival in Olanda, senza prove, ci trovammo in aereoporto ad Amsterdam e dopo qualche ora eravamo sul palco:-), da lì poi moltissimi altri concerti e Tours: in Inghilterra, Danimarca, Francia, Svizzera, Italia, Germania e anche Brasile. Ricordi bellissimi per tutti i Tours, incontri, lunghi spostamenti in Van, diverse Jams con artisti di rilievo, Anthony ci ha seguito per parte dei tours, suonando con noi, a formazione due chitarre. Ho imparato moltissimo da lui, Alvin è uno che suona ininterrottamente dai primi anni '90, ha vinto un Grammy, partecipato a due films, suonato e girato in compagnia di Eric Clapton, Neil Young, Ben Harper, Taj Mahal (colui che lo ha scoperto), Allman Brothers, Gov't Mule, Black Crowes, Bonie Raitt, solo per citarne alcuni. E' un musicista vero e persona molto semplice e umile, di aneddoti ne potrei raccontare a centinaia, ma diventerebbe lunga:-). Ricordo con piacere la registrazione alla BBC di Londra, nello stesso studio dove Led Zeppelin e Free registrarono i loro "Live at BBC", questo durante il Tour Inglese del 2010, dieci date una dietro l'altra, ho visitato città bellissime e posti in cui mai sarei stato se non per la musica. Come ad esempio lo scorso Tour Europeo che abbiamo fatto con W.I.N.D. assieme a Johnny Neel, 17 date tra Germania, Austria, Belgio, Polonia, Calabria, posti e gente meravigliosi, ricordi indelebili, come anche la recente jam che io e Anthony abbiamo fatto assieme alla Warren Haynes Band in Polonia, lo scorso Agosto.
Anche se l'ascolto di una canzone come "Demons" potrebbe dire il contrario, recentemente (3 Dicembre) avete affrontato anche un concerto, completamente unplugged. Come è andata? Esperienza da ripetere?Demons è nata sempre durante il nostro ritiro in montagna, Anthony ha accordato la chitarra in modo aperto, poi un riff e io ci ho aggiunto la melodia, è nata subito e dal vivo ci piace riproporla anche in elettrico. Suoniamo a volte anche in acustico, lo scorso 3 Dicembre non era la prima volta, quando si presenta l'occasione ideale per un concerto unplugged, ci piace riproporre la musica che amiamo, il Soul, il Gospel, il Blues e anche il nostro Rock, spoglandoci dalla potenza dell'elettrico e concentrandoci sul calore e l'emozione dell'acustico, tornando alle radici.
Pensate che la formazione a tre sia la migliore per la vostra musica? Quali sono i power trio "indispensabili" nella storia del rock?Con la formazione a tre andiamo a nozze, vuoi perchè lascia spazio e dinamiche, vuoi perchè ci troviamo ad occhi chiusi e ci conosciamo molto bene musicalmente,avendo iniziato così. Ovviamente ci piace suonare anche in quartetto, con Johnny è stato bellissimo, ma il trio format si sposa benissimo con la nostra musica e la nostra personalità. Spesso invitiamo ospiti ai fiati, alle tastiere, qualunque strumento, abbiamo suonato adirittura con due batterie, con Gandhi, cercando di inserire l'ospite nel contesto giusto, ma il trio, se dinamico, vario e articolato musicalmente, ci da molta soddisfazione. Riguardo i power trios "indispensabli" direi Cream, Mountain, Hendrix, ZZ Top.
I 5 dischi che riescono a mettervi d'accordo?Ce ne sono molti che ascoltiamo tutti e tre. Ti potrei dire Led Zeppelin III, Blind Faith, Free, Ray Lamontagne, Crosby. Ma anche molte altre cose, vecchie e nuove: Hendrix, Cream, Derek and The Dominos, James Brown, Gov't Mule, Black Crowes, Bob Seger, Mountain...Ricordo che lo scorso tour eravamo tutti molto eccitati da "In The Jungle Groove" di James Brown, ma ascoltavamo anche Neil Young, Bob Marley.
Vorrei chiudere, ricordando un grande artista. Il 6 Febbraio scorso è morto Gary Moore. Secondo me, almeno qui in Italia non è stato celebrato a dovere. Concordate? Qual'è il ricordo più grande che avete di lui?Gary Moore era un gentleman, con lui abbiamo praticamente vissuto per dieci giorni, quando aprimmo il suo tour in tedesco di dieci date con Alvin Youngblood Hart's Muscle Theory come Special Guest, nel Marzo del 2009. Un'esperienza indimenticabile che mi ha insegnato ed arricchito molto, lui era molto discreto, invitava Alvin a bere la Guinness nel suo camerino prima dello show e guardava sempre i nostri concerti, ogni sera, dal backstage.
Suonammo in tutte le principali città della Germania, ed era quasi sempre sold out. Gary amava la musica, non ha perso con gli anni il suo entusiasmo, aspettava paziente tutto cio che in tour devi aspettare, anche perchè girava con cucina, catering, produzione, audio e luci e tutto il suo staff al seguito, e non andava quasi mai in Hotel per lungo tempo, se ne stava nel backstage, a suonare e a parlare, seguiva i lavori con interesse, curava molto bene il sondcheck, cenava assieme a tutti noi, alla sua band e allo staff. Porto un bel ricordo di lui, come musicista ed essere umano, parlava spesso di chitarre, il resto lo interessava poco.
Walking In A New Dirction avrà presto un successore?
Sì, ci stiamo lavorando, abbiamo già diverse idee e dei brani abbozzati, contiamo di registrarlo nel 2012.
Ti ringrazio molto per la tua intervista, ogni mattina quando mi sveglio mi rendo conto di quanto fortunati siamo a fare ciò che facciamo, a poter dividere amore e emozioni con la musica e con chi ci ascolta. L'emozione è tutto e l'amore la cosa che fa girare il mondo. La muisca è una cosa meravigliosa, che da forza, amplifica ed attenua le pene. Comporre musica, creare i versi è come fare un'incontro di pugilato e se alla fine del match hai qualche bella parola significa che ne hai prese tante.
Foto by Alessandro Laporta-FotoCesco
vedi anche RECENSIONE: W.I.N.D. - Temporary Happiness (2013)
Complimenti Enzo, grandissima band è vero e bellissimo disco, qualità sublime
RispondiEliminaMitici W.I.N.D., lo si capisce anche leggendo questa bella intervista, il disco è una bomba, raro ascoltare dischi rock cosi completi e di buon gusto
RispondiEliminaRISPETTO ASSOLUTO.BRAVI!
RispondiEliminaWalking in a new direction è stato uno dei miei dischi preferiti l'anno scorso e averli visti dal vivo riconferma la mia idea
RispondiEliminaFabio Drusin è un mio punto di riferimento come musicista, un grande che ha saputo portare avanti un suo discorso negli anni e sempre meglio. Bell'intervista
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