L' ultimo disco solista I Want Blood, uscito lo scorso anno, aveva tutte le peculiarità per uscire con il nome Alice In Chains stampato sopra per quanto in grado di irrorare anni novanta da ogni solco. Se alle cinque canzoni estratte da quel disco eseguite stasera (dalla heavy title track alla melodica Afterglow), aggiunge altri cinque brani degli Alice In Chains messi in scaletta, Dirt a dominare (Them Bones, Man In The Box, Would?, Rooster e una straordinaria e sabbathiana Hate To Feel dedicata a Layne Staley, per me vertice assoluto del concerto) per un attimo mi è parso di essere catapultato indietro tra il 1992 e il 1996, almeno fino a quando mi sono toccato la testa in cerca dei miei capelli, trovando solo sudore. Jerry Cantrell, t-shirt con Mickey Mouse, si conferma ultimo depositario di certi suoni, sempre fedele a sé stesso ma comunque in cammino, chitarrista eccelso (forse sempre troppo sottovalutato?), emotivamente coinvolto nelle sue liriche quando certe ferite erano ancora fresche, due gli estratti rispettivamente da Degratation Trip del 1998 (apertura affidata a Psychotic Break) e Boggy Depot (2002) i primi due album solisti e con i bei contrasti di luce e ombra del più acustico e seventeen Brighten (2021) (belle le sfumature roots di Atone). Cantrell continua a scavare nell'oscurità dell'anima e del mondo lasciando sempre delle fessure aperte per dei raggi più luminosi di speranza.
Ha funzionato tutto a meraviglia in un locale sold out (forse troppo stretto e sacrificato per il gran numero di persone) e con un pubblico coinvolto e affettuoso che ha cantato vecchie e nuove canzoni dall'inizio alla fine (un'ora e quaranta minuti la durata).
Peccato per una batteria che spesso ha sovrastato tutto, questa la percezione dalla mia postazione (certamente Roy Mayorga è uno che pesta giù duro ma l'acystica in generele non era il massimo, mentre Eliot Lorango al basso e Zach Throne alla seconda chitarra hanno lavorato di fino e mestiere) ma vorrei inveve sottolineare lo splendido e rispettoso lavoro alle voci di Greg Puciato (ex Dillinger Escape Plan) nelle sempre difficili e ingombranti parti vocali di Staley: l'intreccio e il sincrono con la voce di Cantrell sono stati perfetti.
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Foto: Enzo Curelli |