Foto: Enzo Curelli |
Primo Maggio 1974, uscì Phenomenon, il primo disco della nuova era della band inglese guidata da Phil Mogg e Pete Way, dopo due dischi orientati verso la psichedelia dell'epoca. La svolta musicale si orienta verso l'hard rock e il talentuoso e non ancora maggiorenne Michael Schenker, prodigio della chitarra pescato dai tedeschi Scorpions fu la via verso il successo degli anni settanta segnato da dischi come Force It, No Heavy Petting, Lights Out, Obsession e il live Strangers In The Night, uscito nel 1979 quando il biondo chitarrista, artisticamente geniale quanto sregolato nella vita, aveva già salutato tutti per intraprendere la carriera solista, lasciando però la sua firma fatta di riff e assoli nei solchi di quel doppio album live che diventò a suo modo epocale.
Primo Maggio 2025, Michael Schenker, fresco settantenne, in un Alcatraz pieno ma non troppo ma nella sua versione dimezzata (sarà la data con ponte annesso la causa?), presenta proprio quei suoi anni settanta con gli UFO ricalcando la scaletta del tour del 1978 che diventò poi Strangers In The Night (manca solo Out In The Street ma ci sono: Hot 'N' Ready, Reasons e un medley con Lipstick Traces e Between The Walls).
L'anticipo è stato l'ancora fresco album in studio con ospiti che già dalla copertina riprende quella originale elaborata da Hipgnosis.
Ad accompagnarlo Bodo Schopf alla batteria, Barend Courbois al basso e Steve Mann a tastiere e seconda chitarra.
Alla voce pesca il jolly: lo svedese Erik Grönwall, 37 anni, già con Heat e Skid Row, uno dei migliori talenti vocali di questi ultimi anni, fresco vincitore della sua battaglia contro la leucemia. Il ragazzo fortunatamente è tornato in forma.
La freschezza e l'entusiasmo di Grönwall non possono che fare ulteriore bene a canzoni con cinquant'anni sul groppone anche se i riff leggendari di Doctor Doctor, Rock Bottom e Shoot Shoot hanno tutte le caratteristiche per resistere in eterno e la voce di Phil Mogg è difficilmente sostituibile.
Michael Schenker di suo si prende la meritata scena ma senza mai mettere in ombra il lavoro di squadra: quando lo fa, tipo durante la lunga coda di Doctor Doctor si capisce perché il suo stile pur mai lodato come si deve (lo stesso discorso si potrebbe fare con gli UFO, anche se recentemente è stato proprio Phil Mogg a dichiarare "Vorrei ci ricordassero come una piccola band davvero brava. Niente di troppo glorioso") è stato fonte di ispirazione per tanti giovani chitarristi in erba. Con gli UFO al palo, questo tour rimane un'occasione rara per sentire dal vivo un pezzo importante dell'hard rock dei settanta, forse proprio il meno celebrato e ricordato ma nonnper questo meno influente, anzi.
Ad aprire il concerto gli svizzeri Gut's, devoti all'hard blues degli AC/DC e con un chitarrista che se non fosse per l'altezza potrebbe fare da cosplayer ad Angus Young e i tedeschi Human Zoo, hard rock melodico ma massiccio, con l'originale presenza di un sax a distinguerli.