artista: Edoardo Bennato
opera: La Torre di Babele
anno: 1976
artista disegno: Edoardo Bennato
canzoni da ricordare: Venderò, Cantautore, La Torre di babele
Nel precedente disco Io che non sono l'Imperatore(1975), l'architetto/urbanista Edoardo Bennato piazzò in copertina il progetto/proposta sulle linee ferroviarie dell'area metropolitana di Napoli da lui stesso creato, che in qualche modo cercava di opporsi criticamente a quello realmente scelto dalla città partenopea. La fervida fantasia che accompagnava i testi delle sue canzoni, dove fiaba e realtà si mischiavano in modo assolutamente originale iniziava a tramutarsi ed esprimersi anche graficamente. Bennato dopo ver conseguito il diploma a Napoli, si trasferì a Milano per studiare architettura. Esperienza che riuscì anche a trasportare nella sua carriera di musicista.
Dopo l'invenzione del suo logo, composto dal nome scritto con caratteri fumettistici accompagnato dall'inseparabile armonica e un groviglio di fili elettrici-che comparve per la prima volta su I Buoni e i Cattivi(1974)- per il successivo La Torre di Babele(1976) ci volle un'idea geniale che potesse rappresentare la canzone omonima che diede il titolo all'album, prendendo spunto dalla leggendaria costruzione di bitume e mattoni di cui si narra nel libro della Genesi nella Bibbia. Una torre costruita dagli uomini sul fiume Eufrate in Mesopotamia che doveva servire da tramite a Dio che però ne impedì la fine per punire la superbia umana in terra.
Il disco uscito nel 1976 è tra i vertici musicali del Bennato anni settanta: La Torre di Babele, Venderò, Viva la Guerra, Franz è il mio nome, Cantautore sono rappresentative della scrittura del cantautore napoletano. Metafore che mettevano in risalto la ricerca della libertà attraverso la condanna delle guerre, del perbenismo imperante, dell'arrivismo sfrenato, di tutti i dogmi politici e religiosi in modo ironico e sarcastico. Un monito lanciato all'uomo. Una sveglia al non svendersi mai, al non cedere davanti ai potenti e dittatori, a quei capi della guerra (citando il maestro Dylan) che ci vogliono come (Quante) brave persone. Musicato sulla veemenza acustica che sa toccare il folk, il blues e il rock'n'roll americano bagnato dentro alla mediterraneità della sua terra.opera: La Torre di Babele
anno: 1976
artista disegno: Edoardo Bennato
canzoni da ricordare: Venderò, Cantautore, La Torre di babele
Nel precedente disco Io che non sono l'Imperatore(1975), l'architetto/urbanista Edoardo Bennato piazzò in copertina il progetto/proposta sulle linee ferroviarie dell'area metropolitana di Napoli da lui stesso creato, che in qualche modo cercava di opporsi criticamente a quello realmente scelto dalla città partenopea. La fervida fantasia che accompagnava i testi delle sue canzoni, dove fiaba e realtà si mischiavano in modo assolutamente originale iniziava a tramutarsi ed esprimersi anche graficamente. Bennato dopo ver conseguito il diploma a Napoli, si trasferì a Milano per studiare architettura. Esperienza che riuscì anche a trasportare nella sua carriera di musicista.
Dopo l'invenzione del suo logo, composto dal nome scritto con caratteri fumettistici accompagnato dall'inseparabile armonica e un groviglio di fili elettrici-che comparve per la prima volta su I Buoni e i Cattivi(1974)- per il successivo La Torre di Babele(1976) ci volle un'idea geniale che potesse rappresentare la canzone omonima che diede il titolo all'album, prendendo spunto dalla leggendaria costruzione di bitume e mattoni di cui si narra nel libro della Genesi nella Bibbia. Una torre costruita dagli uomini sul fiume Eufrate in Mesopotamia che doveva servire da tramite a Dio che però ne impedì la fine per punire la superbia umana in terra.
La copertina raffigura una ipotetica torre di Babele composta esclusivamente da un vasto ed assortito campionario di soldati in tenuta da guerra, raffigurati nel trascorrere dei secoli: dall'uomo primitivo munito di clava, passando all'antico egizio, il soldato romano, i crociati e via salendo fino al moderno 900, alle guerre mondiali, culminando con un missile in punta, lanciato verso l'incognita "futuro".
"Un giorno gli uomini, accecati dalla loro presunzione, cercarono di costruire una torre così alta da raggiungere il cielo e sfidare Dio, ma Dio li punì confondendo le loro lingue, e non comprendendosi più l'un l'altro, finirono per farsi la guerra.
La torre appena cominciata, interrotta e diroccata, divenne il simbolo dell'insoddisfazione ed impotenza dell'umanità intera.
Nella trasposizione grafica della "Torre di Babele" ho appunto cercato di rappresentare il racconto biblico con un'impalcatura di uomini in armi (da quello Neanderthaliano con la rudimentale clava, via via fino a quello moderno con armi sofisticate), tutti rivolti verso l'obiettivo di un immaginario flash, in posa come in una foto ricordo, la foto dell'umanità che fa la guerra.
Inizialmente avevo differenziato i vari livelli della torre con relativi ordini architettonici, ma toglievano comprensibilità all'impianto grafico. Anche cavalli ed animali sono stati eliminati dal disegno finale perché volevo che l'impalcatura della torre fosse composta solo da uomini in guerra." da http://www.bennato.net/page.php?section=babele&lang=it
"E quella stella sarà il quartier generale per conquistare quello che c'è ancora da conquistare e da quella stella per tutto l'universo l'uomo si spazia, per superare se stesso." da La Torre di babele
Bennato spese parecchio tempo alla ricerca delle sagome dei soldatini da rappresentare in copertina. Un lavoro certosino che si completa con il disegno all'interno del disco originale, apribile, che raffigurava tutti i partecipanti alla realizzazione del disco ed amici (dal fratello Eugenio, Lucio Fabbri, Roberto Ciotti, Tony Esposito...) in tuta spaziale, protagonisti e forse "salvi" all'interno di un paesaggio lunare.
Nel 2009, Edoardo Bennato contribuì alla campagna "Io pretendo dignità" di Amnesty International donando una litografia autografata dell'immagine originale della copertina. La litografia venne messa all'asta su ebay ed il ricavato andò in beneficenza.
vedi anche COVER ART
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