sabato 5 agosto 2023

RECENSIONE: STEPHEN STILLS (Live At Berkeley 1971)

 

STEPHEN STILLS  Live At Barkeley 1971 (Iconic Artist Group, 2023




tesori nascosti


Sembra che David Crosby in quelle serate del 20 e 21 Agosto del 1971 al Berkeley Community Theater fosse tra il pubblico per assistere ai concerti del primo tour solista americano dell'amico STEPHEN STILLS. Una presenza significativa visto che da poco il supergruppo CSN & Y non esisteva più. Crosby fu chiamato sul palco a sorpresa, senza prove,  ma d'altronde l'intesa fu da sempre uno dei punti di forza del trio insieme a Nash che ci si vedeva a occhi chiusi. Pura magia.

Le due canzoni cantate insieme ('You Don't Have To Cry' e una superlativa 'The Lee Shore') sono solo la conferma e uno dei momenti più alti di queste registrazioni trovate recentemente dalla stesso Stills. 

"Stephen era un genio e aveva un groove stupefacente. Possedeva un senso del ritmo sovrannaturale, tutto suo, era un orologio con l'anima, non tirava nè arretrava mai" così scriveva Neil Young tra le pagine della sua autobiografia. Questo primo tour americano fu anche la conferma di quelle parole. Stills sentiva la necessità di uscire dai gruppi (Buffalo Springfield prima CSN&Y dopo) per esprimersi in tutte le sue potenzialità, forte di due album, i migliori della sua carriera, che mostravano un musicista perennemente curioso, caldo, verace, strabordante, capace di tirare fuori il meglio da ogni genere musicale con la naturalezza concessa a pochi fuoriclasse della musica. Concerti che partivano in acustico con Stills che faceva sfoggio del suo proverbiale fingerpicking all'acustica ('Love The One You're With', 'Black Queen'), e abilità pianistica (l'intima esecuzione di '49 Bye Bye/For What it's Worth'). Una menzione anche per Steve Fromholz, chitarra e voce (lo sentiamo in 'Jesus Gave Love Away For Free'), e vero braccio destro di Stills in quel tour.

Per poi esplodere nella seconda parte, straripante di soul, blues e rock latino grazie alla presenza dei Memphis Horns che daranno pure il nome al tour (The Memphis Horns Tour). Una sarabanda di suoni ('Ecology Song' è un carnevale) e colori ('Cherokee', 'Lean On Me' con le chitarre elettriche in pimo piano) che sembrava controbilanciare una vita privata disordinata e fosca dettata dall'uso di cocaina e barbiturici che lo portarono perfino ad un arresto a La Jolla in California.

"È stato il mio primo tour come artista solista e questi spettacoli erano rauchi e sfrenati , catturati qui in queste registrazioni."

Un live intenso, ipnotico e magico in più momenti. Peccato le due serate non siano state recuperate per intero, si è preferito fare un mix tra le due, dando anche più spazio alla prima parte acustica rispetto alla seconda elettrica. Da avere.








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