giovedì 19 settembre 2019

RECENSIONE: STATUS QUO (Backbone)

STATUS QUO  Backbone (earMUSIC, 2019)




fedeli nei secoli dei secoli
Non si può dire che gli Status Quo non sappiano fare il loro mestiere. Uno dei gruppi rock più longevi di sempre: 1962 la nascita a Catford, un distretto di Londra, sotto il nome Spectres, lo stesso anno dei Rolling Stones! Una band che non hai mai smesso di suonare in modo onesto e senza troppi sensazionalismi a fare da contorno, guidati dall' intramontabile spirito indomito di Francis Rossi e la sua Telecaster (in li...breria arriverà pure l'autobiografia). Anche in questo trentatreesimo (33!) disco in carriera, il primo dopo la morte del chitarrista e socio in affari Rick Parfitt (a Richie Malone il duro compito di sostituirlo). Un gruppo che ha fatto di coerenza e attitudine i propri punti di forza, senza mai vendersi più di tanto, anche in anni dove il look contava e attirava, mai cedendo agli eccessi, lasciando, casomai, che la musica, soprattutto in sede live, vincesse sull'aspetto visivo. In tempi in cui anche grandi nomi del rock cedevano alle mode del momento, negli anni settanta così come negli anni ottanta, loro rimasero fedeli al rock'n'roll e alla loro immagine tutta jeans e t-shirt. Li ho sempre ammirati per questo. Nonostante tutto rimane uno dei gruppi che ha venduto più dischi nel Regno Unito, si parla di centoventi milioni di album.
Qualcuno diceva che BACKBONE doveva uscire sotto un altro nome per rispetto a Parfitt. Succede invece che questo album sia uno dei loro migliori degli ultimi anni: Status Quo al 100%. Rick Parfitt ne sarebbe orgoglioso.
Inutile svelare la ricetta che è quella di sempre, buon pretesto per caricare gli strumenti e partire per le date live (il loro forte), per cui se li amate andate a colpo sicuro, altrimenti girate alla larga: rock boogie contagioso (su 'Cut Me Some Slack' ci sono gli stessi accordi efficaci di sempre), ora con puntate hard (la veloce 'Get Out Of My Head'), blues ('I Wanna Run Away With You')
altre volte sembrano suonare più british del solito ('Liberty Lane' contiene anche un omaggio ai Rolling Stones), fino a guardare perfino al lontano southern rock americano ('Better Take Care').
I maligni diranno "lo stesso disco di sempre!" ma non sanno che proprio per questo gli Status Quo sono ancora qui a suonarcele.

Spina dorsale di un modo di intendere il rock dove chitarre, basso e batteria non passeranno mai di moda.




 

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