mercoledì 27 febbraio 2019

OMAR PEDRINI Live@Latteria Molloy, Brescia, 23 Febbraio 2019



OMAR PEDRINI Live@Latteria Molloy, Brescia, 23 febbraio 2019



 
Qualche mese fa mi è capitato sotto gli occhi uno speciale di Rolling Stone Italia con i 100 dischi italiani più belli di sempre. Ora: come tutte le classifiche, anche questa non è da prendere troppo in considerazione ma visto che è stata stilata da un buon campione di 100 giurati, più o meno attendibili, mi ha sorpreso l’assenza di Viaggio Senza Vento. Ho sfogliato tre volte la rivista credendo di averlo perso leggendo alcuni titoli del tutto inferiori come valore e importanza. Invece no, è tutto vero: Viaggio Senza Vento dei TIMORIA non c'è. Chi l’ha vissuto in diretta negli anni novanta come me, ne conosce il valore e l’esuberante coraggio che ha permesso di mettere in piedi un concept album che ricordava da vicino gli anni settanta. Non starò qui a scriverne le lodi, però ho due ricordi nitidi di quegli anni (1993/94).
Foto: Stefania Gastaldello

Il primo: quasi tutte le giovani cover band del tempo avevano in scaletta qualche canzone di questo album (‘Senza Vento’, ‘Sangue Impazzito’ e ‘ Piove’ le più gettonate) e gli sfortunati cantanti dovevano cimentarsi con l’inarrivabile voce di Francesco Renga dell’epoca, perdendo quasi sempre in partenza. Il secondo ricordo: le t-shirt dei Timoria indossate dai componenti dei Sepultura durante il concerto a Sonoria 1994. Una figata pazzesca!

l viaggio verso oriente di Joe è anche il tragitto a ritroso di chi 25 anni fa dentro a VIAGGIO SENZA VENTO ha lasciato un pezzo dei propri vent’anni (nel mio caso).
9.125 giorni trascorsi in fuga (calcolatrice alla mano), utili per memorizzare le 21 canzoni di quel concept album a suo modo storico che ha segnato gli anni novanta e aperto strade a tante band italiane (si poteva fare rock cantando in italiano e arrivare a tutti), ma soprattutto utili per cercare la nostra via, la nostra libertà, camminando, a volte correndo, incontro alla nostra personale città del sole. La nostra vita. Tempo necessario per imprimerle nel cervello e farle uscire tutte insieme dalla prima all’ultima, da ‘Senza Vento’ a ‘Il Guerriero’, cantandole a voce alta, sempre più forte anche per sovrastare i cori degli ultras presenti assiepati al bancone del bar, giustamente felici per i risultati stagionali della squadra di casa, ma sempre troppo forti quando Omar calava il tiro del concerto per cercare l’introspezione e il battito del suo cuore guarito.
Un concerto fresco, spumeggiante, jammato, funky a tratto psichedelico . Rock. Ma per chi ha continuato a seguire Pedrini solista, questa non è una novità.
Foto: Stefania Gastaldello
Abbandonata per strada la speranza di poter vedere i TIMORIA uniti ancora una volta (rimane ancora la fatidica e utopica data del 2020), resta la consapevolezza che oggi Pedrini sia più in forma e in palla che mai (per molti meglio oggi che allora): forte di un jolly di prima grandezza in formazione come Carlo Poddighe alle chitarre, tastiere e voce quando c’è bisogno di arrivare lassù in alto, e di una band rinnovata nel batterista e alla terza chitarra (tre chitarre sul palco, se non è rock questo!) e dall’aiuto del cantante Mattia Apollo della tribute band Precious Time.
Se ‘Sangue Impazzito’ è un must da sempre, anche quando non c’è bisogno di festeggiare anniversari importanti, ci sono almeno tre momenti che mi porterò dietro come ricordi: una intensa e corale  ‘Fredoom’, il saluto allo sfortunato Illorca autore di ‘La Cura Giusta’, e quella ‘Angel’, arrivata nei bis a viaggio già finito. Un inedito scritto per Kurt Cobain ma che stasera era tutto per l'amico Paul Mellory, un altro rocker andato via troppo in fretta (a inizio anno) ma che sicuramente ha già raggiunto la sua città del sole, prima di tutti noi. Se capita dalle vostre parti non fatevelo sfuggire.

Foto: Stefania Gastaldello



 

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