“’Jokerman’ mi è sfuggita di mano. Molte canzoni di INFIDELS mi sono sfuggite di mano. E’ andata così” Bob Dylan taglia corto e sembra bocciare senza appello quello che spesso viene ricordato per essere il ritorno alla laicità dopo i tre dischi della svolta religiosa. INFIDELS in verità continuò ad essere pieno di citazioni religiose (su tutte l’iniziale ‘Jokerman’-a chi si riferiva?-e ‘Man Of Peace’) ma bastarono un poker di canzoni fortemente radicate nelle strade polverose del presente per far tirare un sospiro di sollievo a molti fan e decretare INFIDELS come il miglior album da molti anni. In verità a Dylan sfuggirono le migliori canzoni registrate in quel periodo, lasciate inspiegabilmente fuori.Videro la luce ufficialmente solo anni dopo con la prima uscita delle BOOTLEG SERIES: la fila è guidata da ‘Blind Willie McTell’ (uno dei vertici dylaniani del periodo, in grado di rivaleggiare ad armi pari con tutti i classici), seguono ‘Tell Me’, ‘Lord Protect My Child’, ‘Foot Of Pride’. Altre come ‘Death Is No The End’ e ‘Clean Cut Kids’ verranno recuperate in album successivi. Rimangono solo le otto tracce scelte da un Dylan che con un colpo di spazzola maldestro sembrò rovinare il buon lavoro fatto dal produttore scelto da lui stesso: Mark Knopfler (la prima scelta fu addirittura Frank Zappa). Una collaborazione nata per SLOW TRAIN COMING e che qui poteva raggiungere alti vertici se solo Dylan non si fosse intrufolato in studio di registrazione, aproffitando dell’assenza di Knopfler-ai tempi sì ai vertici con i Dire Straits- mettendo mani ai pezzi già pronti con alcune sovraincisioni.
“Avevamo preparato le basi musicali e cantato i brani perlopiù dal vivo. Solo in un secondo tempo, quando avevamo preparato parecchio materiale, lo avevamo reinciso…Volevo che fosse un lavoro più completo, qualcosa che non mi ero mai ripromesso per gli altri album… Gli Eagles, per esempio, facevano delle belle canzoni, ma ogni loro nota era prevedibile: con INFIDELS stavo cominciando a provare una sensazione simile, e non mi piaceva affatto, così avevamo deciso di rifare le parti vocali…”.
© Lynn Goldsmith 1983 |
© Lynn Goldsmith 1983 |
Un bel disco davvero, lo ascolto sempre con grande piacere.
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