martedì 19 gennaio 2016

RECENSIONE:THE UNION FREEGO (In Null Komma Nichts)

THE UNION FREEGO  In Null Komma Nichts (2015)






Non ho mai capito come funzioni il marketing discografico. Oddio, un'idea ce l'avrei pure, ma...non importa. Mi interessa, invece, capire perché questo disco non stia girando come dovrebbe tra gli appassionati di musica. Buona musica. Non so se per pigrizia, modestia o falsa modestia degli autori, ma sto riscontrando l'assenza della dovuta pubblicità. Oppure la colpa è semplicemente di noi che stiamo intorno e non cogliamo qualche messaggio nascosto, ma...nuovamente, non importa. Per cui mi prendo le mie responsabilità e faccio lo sporco lavoro (comunque bellissimo): se amate il classic rock americano, quello che nasce dal vecchio folk più oscuro e sporco, incontra prima Bob Dylan sulla propria strada, la parte visionaria e psichedelica di fine sessanta, poi la west coast californiana e più malata dei '70 e la vecchia old black di Neil Young che allunga sulle curve a gomito, sfiora il Paisley underground degli anni ottanta, l'alt country recente di Uncle Tupelo e Wilco, quello più recente ancora di Okkervil River e Decemberists e finisce la sua corsa alzando la polvere dei deserti dell'Arizona (Calexico, Giant Sand) e anche po' più a sud, cercate il secondo disco della band bresciana. Non ve ne pentirete. Una band che conferma di essere un organico compatto e tenuto insieme dall'amicizia, a proprio agio tra la rilassatezza compositiva e il totale distacco da certi circuiti e cortocircuiti del mercato discografico, e forse la loro forza sta tutta lì, in quella pigrizia compositiva: il primo EP GREETINGS FROM THE NE uscì nel 2005, il primo album HARD FOLK LIGHTNING SUCKER nel 2009. Una band dal passo lento che sembra uscire allo scoperto solamente quando ce n'è bisogno e quando i numerosi impegni lo permettono. Ora a sei anni di distanza l'organico di esperti musicisti formato da Ronnie Amighetti (chitarra e voce), Marco Franzoni (chitarre), Matteo Crema (basso) e Beppe Facchetti (batteria) ingloba al suo interno la tromba di Francesco Venturini, che diventa presenza fissa e indispensabile per segnare questo nuovo corso, ospita Ottavia Brown (voce in Waltz In The Desert) e Filippo Pardini (sax in Everywhere e Family) e vira il proprio sound, senza snaturarlo troppo, verso le lande più marcatamente tex mex del proprio background (Vision, Waltz). Mantenendo quella capacità camaleontica di passare dal caldo al freddo, dal pulito allo sporco.
IN NULL KOMMA NICHTS vengono ripresi vecchissimi brani da tempo già presenti nei loro concerti, altri vecchi ma non troppo estrapolati dalla band parallela DAS tra cui una quasi morriconiana Surrender e una magnifica Incandescent Translucent Magnificent, e si prosegue con la saga Judo#3 iniziata fin dal primo EP, un brano presente nei loro tre dischi e suonato per tre volte in modo diverso.
Forse ho capito: la buona musica non ha bisogno di essere svenduta in radio e tv ma necessita e richiede l'amore e la curiosità anche di un semplice passaparola. Io vi ho avvertito. Ora lo sporco lavoro fatelo anche voi. Come si dice: fate girare. Oppure presentatevi a un loro concerto prima che la cover di Don't Cry No Tears di Neil Young faccia calare il sipario sull'esibizione. E' il loro arrivederci preferito. Forti della recente e calda serata in apertura a Tito & Tarantola, da qualche parte vi aspettano. Lì danno il meglio.

Qui sotto il video di Blues For An Asshole (dal loro primo disco HARD FOLK LIGHTNING SUCKER) registrato live proprio in apertura per Tito & Tarantula, il 7 Settembre 2015 alla Latteria Molloy di Brescia








THE UNION FREEGO, live @ I Love Cocaine, Montichiari (BS), 18 Dicembre 2015



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