martedì 2 luglio 2019

RECENSIONE: WILLIE NELSON (Ride Me Back Home)

WILLIE NELSON  Ride Me Back Home (Legacy, 2019)





the year of the horse
WILLIE NELSON, 86 anni compiuti il 29 Aprile, nel suo ranch ‘Luck’ ad Austin, Texas, ospita più di 60 cavalli, molti salvati da una fine che ha un nome ben preciso: macello. Il cantautore Sonny Throckmorton abita poco distante da quel ranch e su quei cavalli che vede ogni giorno, sulla parabola della loro vita, ci ha scritto una canzone RIDE ME BACK HOME che è diventata il titolo del nuovo album di Nelson, uscito il 21 Giugno. Un disco che conclude la trilogia iniziata con l’album God’s Problem Child nel 2017 e proseguita con Last Man Standing (2018): uno sguardo a volte amaro, spesso sarcastico e disincantato sul trascorrere del tempo e la mortalità. Comunque un cenno di vitalità con pochi eguali. Ecco il parallelo con i vecchi e malandati cavalli del suo ranch. Ma niente paura: Nelson è un cavallo di razza dalla pellaccia dura che difficilmente sbaglia l'ostacolo. Guarda ancora avanti e di fermarsi non ci pensa nemmeno come canta in 'One More Song To Write' : "ho un'altra canzone da scrivere. Ho un altro ponte da attraversare. Ho un'altra notte infinita da passare, un'altra lezione da imparare. Un'altra collina da scalare, ed è da qualche parte nella mia mente…".
Gli ingredienti sono quelli di sempre messi giù con classe e immutata eleganza: ballate country (con 'Come On Time' si trotta più veloce) con qualche bella incursione jazzata (lo swing di 'Seven Year Itch') , tre nuove canzoni scritte con l’ormai inseparabile collaboratore Buddy Cannon, una vecchia canzone ripescata dal suo vecchio repertorio, il soffuso jazz pianistico di ‘Stay Away From Lonely Places’, datata 1972, e alcune cover tra cui spiccano il successo mondiale ‘Just The Way You Are’ di Billy Joel che Nelson fa suo giocando un po' troppo sul sicuro (il canzoniere di Joel è pieno di grandi canzoni oltre alle hit), la purtroppo sempre attuale 'Immigrant Eyes' e ‘My Favorite Picture Of You’ sono invece di Guy Clark, quest'ultima fu il testamento del cantautore texano morto tre anni fa, canzone che dedicò a sua moglie Susan, scomparsa poco prima, dopo aver ritrovato una vecchia foto polaroid. Nelson omaggia entrambi. Nella lenta cavalcata ‘It’s Hard To Be Humble’ di Mac Davis che pare nascondere un attacco velato a Donald Trump, partecipano anche i figli Lukas Nelson e Micah Nelson, appena usciti sul mercato con il loro progetto Promise Of The Real.
Una leggenda che va al trotto, la passeggiata sembra sempre quella da anni. Un po' come stare all'aria aperta nello stesso giardino piuttosto che chiusi in casa: è comunque sempre piacevole e confortante.








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