martedì 18 luglio 2023

RECENSIONE: DUANE BETTS (Wild & Precious Life)

 

DUANE BETTS   Wild & Precious Life (Royal Potato Family, 2023)






come una volta

Il primo strumento che suo padre Dickey gli fece imparare fu la batteria ma sembrò chiaro fin da subito che con quel nome e quel cognome l'arrivo di una chitarra tra le sue mani fosse solo questione di poco tempo. Dai tredici anni ad oggi che ne ha quarantacinque, Duane Betts non l'ha più mollata, continuando la tradizione di famiglia, suonando ed esplorando anche altri terreni musicali, vedi l'esperienza  con i Dawes.

Messo temporaneamente in un angolo anche il progetto con l'altro figlio della grande famiglia (sto parlando di Devon Allman naturalmente e la loro Allman Betts Band), liberatosi dai pesanti fardelli delle dipendenze che lo hanno imbrigliato per un buon numero di anni, Wild & Precious Life è il primo disco solista a suo nome che si candida fin da subito a diventare il disco southern rock dell'annata in corso. 

Il perché è presto detto. Qui dentro c'è tutto quello che ci deve essere: grandiose chitarre ("questo è un disco che i chitarristi adoreranno, ma in fondo è davvero un disco di canzoni. È un album su chi sono, da dove vengo e in cosa credo") che ricamano grandi spazi incontaminati richiamando gli Allman Brothers di Brothers And Sisters ('Waiting On A Song', 'Forrest Lane'), chitarre più possenti (l'iniziale 'Evergreen' con l'incursione di una bella tromba, 'Saints And Sinners', 'Sacred Ground'), due ospiti di peso come Marcus King nel blues 'Cold Dark World' e Derek Trucks in 'Stare At Sun' un chiaro omaggio di Duane al padre Dickey, passaggi in territori country ('Colors Fade' con la presenza di Nicki Bluhm) e jazzati (la strumentale 'Under The Bali Moon') e ballate dal sapore agreste come la finale 'Circles In The Stars'. Si respira quell'aria di libertà, natura e "vecchio vinile"  dall'inizio alla fine come nelle intenzioni del suo autore: "ho voluto fare un disco che catturasse davvero l'atmosfera della vecchia scuola della Florida". 

Anche la copertina non lascia dubbi sui  territori dove si sta così bene viaggiando: registrato allo Swamp Raga Studio di Dereck e Susan Tededchi a Jacksonville cercando di preservare il più possibile il suono live senza troppe sovraincisioni con la sua band formata dal chitarrista Johnny Stachela, il bassista Berry Duane Oakley, il tastierista John Ginty e il batterista Tyler Greenwell. 

"L'atmosfera e la natura circostante, i boschi, e la possibilità di camminare attraverso questo tipo di palude fino a quel fiume. Un ambiente davvero ideale per registrare un disco ed essere vicino alla natura".

In soli cinquanta minuti si può andare molto lontano.






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