la bellezza ci salverà
Difficile voler male a un artista come Greg Dulli, uomo viscerale che poche volte ha sbagliato le sue mosse. E anche quando l'ispirazione non era delle migliori a salvarlo è sempre stata l'onestà e un approccio alla musica unico e ancora romantico come pochi. In un periodo della vita in cui l'ispirazione sembra tornata ai massimi livelli (In Spades degli Afghan Whigs uscito tre anni fa è ancora caldo e scalpitante, degno dei migliori episodi targati anni novanta) sarebbe stato veramente un peccato lasciare queste dieci canzoni (per soli 37 intensi minuti, curati in ogni minimo particolare) chiuse in un cassetto. Meglio farle uscire anche se tutti gli amici più stretti erano impegnati in altri progetti.
"Tutti avevano un progetto, quindi ero tipo:'Devo fare qualcosa e se mai lo farò, dovrei farlo subito' " dice.
E allora, decide di fare quasi tutto da solo questa volta con l'aiuto di una ristretta schiera di musicisti tra cui Jon Skibic, Rick G. Nelson, Jon Theodore: il risultato finale non sembra così distante da quanto proposto con gli ultimi Afghan Whigs (ascoltare 'Black Moon') , Gutter Twins e soprattutto con il progetto Twilight Singers. Ballate alla Greg Dulli, liriche ('Sempre') oscure e viziose, investigative tra le pieghe più carnali dell'amore, tra i chiaro scuri della vita e delle perdite (pesante e dolorosa la morte dell'amico Dave Rosser), dei demoni personali, condotte dalla linea guida di un pianoforte come la finale 'Slow Pan', 'It Falls Apart', e ' Scorpio' che lo stesso Dulli ha dichiarato ispirata da Prince. Malinconiche e notturne pennellate acustiche come 'Marry Me' e la strepitosa 'Ghost', scritta a New Orleans, con un violino a disegnare velata malinconia, una algida e elettronica 'Lockless' scaldata dal soffio di una tromba, con qualche lampo elettrico ed esplosivo ('Pantomina', 'The Tide') a pompare ancora sangue rosso carminio.
Profondo e ispirato.
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