THE RACOUNTEURS Help Us Stranger (Third Man Records, 2019)
un disco per l'estate
Se con l'ultimo album solista Boarding House Reach, Jack White ci aveva preso un po' per il culo facendoci ascoltare anche i suoi sbadigli in sala d'incisione ottenendo indietro altri sbadigli, con il ritorno dei Racounteurs insieme a Brendan Benson (Jack Lawrence e Patrick Keeler completano la formazione), assenti da dieci anni, ci da l'esatto contrario: dodici canzoni dodici in grado di tenerci svegli dall'inizio... alla fine. Un viaggio in analogico pieno di chitarre - e il vinile incantato che introduce 'Help Me Stranger' è il segnale - sopra al mondo del rock ('Bored And Razed', un titolo rock per eccellenza ), a volte schizzato e imprevedibile ('Don' t Bother Me', 'What' s Yours Is Me', qui ci sono dei rimasugli dell'ultimo disco solista di White ma sembrano funzionare bene), a volte diretto e intransigente ('Sunday Driver ' e 'Live A Lie' tra hard rock e punk garage), poi dolce e carezzevole (la ballata 'Only Child') altre volte pieno di omaggi e citazioni nascoste bene e non.
Dai Queen che sembrano fare capolino dai cori nella pianistica 'Shine The Light On Me', ai Lynyrd Skynyrd di 'Tuesday’s Gone' quasi chiamati in causa in 'Some days (I Don' t Feel Like Trying) ', ai Led Zeppelin acustici e bucolici della finale 'Thoughts And Prayers'.
Poi una cover vera ce la piazzano veramente ed è 'Hey Gip (Dig The Slowness)' di Donovan. Preziosa la presenza di di Joshua Fertita (Queens Of The Stone Age) che si cimenta in diversi strumenti.
Brendan Benson in una intervista ha dichiarato: "sono orgoglioso di essere su questa terra e fare musica, e sono anche orgoglioso di questo disco".
Non è un miracolo ma ci si diverte, lo si ascolta con piacere: si agita la testa, si batte il tempo con il piede, ti fa pensare a quanto sia ancora meraviglioso il rock quando rincorre se stesso e si auto omaggia.
Di questi tempi è già qualcosa di grande.
un disco per l'estate
Se con l'ultimo album solista Boarding House Reach, Jack White ci aveva preso un po' per il culo facendoci ascoltare anche i suoi sbadigli in sala d'incisione ottenendo indietro altri sbadigli, con il ritorno dei Racounteurs insieme a Brendan Benson (Jack Lawrence e Patrick Keeler completano la formazione), assenti da dieci anni, ci da l'esatto contrario: dodici canzoni dodici in grado di tenerci svegli dall'inizio... alla fine. Un viaggio in analogico pieno di chitarre - e il vinile incantato che introduce 'Help Me Stranger' è il segnale - sopra al mondo del rock ('Bored And Razed', un titolo rock per eccellenza ), a volte schizzato e imprevedibile ('Don' t Bother Me', 'What' s Yours Is Me', qui ci sono dei rimasugli dell'ultimo disco solista di White ma sembrano funzionare bene), a volte diretto e intransigente ('Sunday Driver ' e 'Live A Lie' tra hard rock e punk garage), poi dolce e carezzevole (la ballata 'Only Child') altre volte pieno di omaggi e citazioni nascoste bene e non.
Dai Queen che sembrano fare capolino dai cori nella pianistica 'Shine The Light On Me', ai Lynyrd Skynyrd di 'Tuesday’s Gone' quasi chiamati in causa in 'Some days (I Don' t Feel Like Trying) ', ai Led Zeppelin acustici e bucolici della finale 'Thoughts And Prayers'.
Poi una cover vera ce la piazzano veramente ed è 'Hey Gip (Dig The Slowness)' di Donovan. Preziosa la presenza di di Joshua Fertita (Queens Of The Stone Age) che si cimenta in diversi strumenti.
Brendan Benson in una intervista ha dichiarato: "sono orgoglioso di essere su questa terra e fare musica, e sono anche orgoglioso di questo disco".
Non è un miracolo ma ci si diverte, lo si ascolta con piacere: si agita la testa, si batte il tempo con il piede, ti fa pensare a quanto sia ancora meraviglioso il rock quando rincorre se stesso e si auto omaggia.
Di questi tempi è già qualcosa di grande.
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