sabato 19 giugno 2021

RECENSIONE: RYAN ADAMS (Big Colors)

RYAN ADAMS - Big Colors (PAX AM Records, 2021)



gattini, sole e pioggia

"Farò uscire tre dischi in un anno", lo aveva promesso due anni fa quasi fosse una minaccia, prima che tutto iniziasse e lo travolgesse, e non sto parlando della fottuta pandemia. Accantonato (forse) lo scandalo che lo ha coinvolto (inutile ritornarci su viste le tante parole spese, buone e cattive) Ryan Adams si appresta a mantenere la parola e guardando al suo passato sappiamo che sarà proprio così: due dischi su tre sono già usciti in questi primi sei mesi del  2021. Il terzo arriverà a fine anno. 

La cosa bella per ora è che sono tutti e due ottimi, pure diversi tra loro, anche se il  velo di malinconia che li permea è lo stesso. Wednesdays era un campionario delle sue fragilità incollato su canzoni piene di sofferenza, acustiche e scarne, dai toni grigio scuro, Big Colors invece è un'esplosione di varietà, sia nei temi che musicalmente. "La colonna sonora di un film del 1984 che esiste solo nella mia anima", così l'ha presentato Adams. Il sole della California incontra la pioggia di New York, gli eighties musicali nel basso battente di 'Do Not Disturb' spettinati dal vento new wave, il rock'n'roll psychobilly in tinte dark della graffiante 'Power', una mosca fuor d'acqua che spezza e funziona lì in mezzo, il rock della pettyana 'Middle Of The Line' e di 'I Surrender' con il suo grido esistenziale, gli archi che accompagnano 'Showtime', l'omaggio a una città come Manchester che gli ha fatto conoscere tantissima musica, la componente acustica ancora ben  presente in 'What Am I?' e 'In It For The Pleasure'. Gli ospiti Benmont Tench e John Mayer in 'Fuck The Rain'. La chitarra di Bob Mould in 'Summer Rain'. 

Al mondo esistono quelli che di Ryan Adams si prendono tutto, pacchetto completo (pure l'introvabile Orion), quelli che lo hanno abbandonato dopo i primissimi dischi ("ah quel debutto ineguagliato!"), quelli che non lo sopportano da sempre ("un personaggio spocchioso!"), quelli che non lo hanno perdonato ("l'ha fatta troppo grossa questa volta!. Basta, l'uomo arriva prima dell'artista!"). Quelli che forse lo perdoneranno o l'hanno già fatto (" in fondo la legge non lo ha condannato! "). L'unica cosa certa è che Ryan Adams con questa doppietta ci dimostra che sta vivendo un momento di alta ispirazione. Perché non goderne? 

"Big Colors vuole essere come un sogno ad occhi aperti, un disco che mi è arrivato più di quanto io l'abbia voluto". E allora è bello entrare ancora in questo sogno in sua compagnia. A parte il prezzo del disco non costa nulla.








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