martedì 8 dicembre 2020

RECENSIONE: SEASICK STEVE (Blues In Mono)

SEASICK STEVE   Blues In Mono (2020)



siediti qui a fianco

Va bene, forse per troppi anni le tante leggende e le genuine verità che tengono unita la sua vita hanno tenuto banco quanto la sua musica, a volte con qualche pesante pennellata di troppo ad offuscare il talento a favore del personaggio. E allora in questo 2020 che lo ha già visto protagonista con un'uscita estiva intitolata Peace & Love, Seasick Steve ci conferma che non ci sono trucchi né inganni nella sua musica. Nel suo schietto talento. Della serie: datemi una chitarra scassata (anzi no: me la costruisco io), un microfono degli anni 40 e un pavimento in legno su cui possa battere il piede e vi faccio vedere di cosa sono capace, e tanto che ci sono registro il tutto con un vecchio registratore "come se fossi seduto lì vicino a casa tua". Si accomodi mr. Steve. 

"Siamo solo io e una chitarra acustica, che suoniamo il vecchio country blues. Ho sempre voluto farlo ma non mi sono mai sentito degno, ma poi ho capito che era meglio che mi sbrigassi e lo facessi perché non mi sentirò mai degno!" scrive nel suo sito. 

Blues In Mono è questo, né più né meno: ossa e carne, senza uno straccio di abbellimento. È già tutto bello così. Anche la copertina! Calda, intima, un abbraccio. Scricchiolii e rumori vari inclusi. Un omaggio a vecchie canzoni di Willie Dixon ('My Babe'), Charlie Patton ('Moon Goin Down'), Lightnin 'Hopkins (' Buddy Brown'), Mississippi Fred McDowell, R. L. Burnside (' Goin Down South', 'Miss Maybelle') a cui aggiunge quattro canzoni scritte di suo pugno tra cui 'Golden Spun'  e 'Well Well Well'. Folk blues solitario alla vecchia e antica maniera che per farlo devi essere proprio uno bravo o chiamarti Seasick Steve. 

Un piccolo, semplice e rustico regalo per le feste dato in pasto ai suoi fan che per ora però si potrà trovare solamente in forma digitale, cosa che cozza un po' con tutto il progetto così vintage e polveroso.







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