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“Nel mondo di grandi siamo in tre, credo: io, Vendrame e Che Guevara…poi il più grande, Dio”. Disse Zigoni, aggiungendo un “credo” di troppo, credo. (EC)
#6. ORLANDO PEREIRA con quel look da menestrello medievale o se preferite da Ian Anderson (Jethro Tull) periodo “Songs From The Woods”, che poi è quasi la stessa cosa, passò in Italia veloce come un frecciarossa in un giorno senza scioperi, lui che in campo guidava la difesa con passo lento, troppo lento per il nostro campionato. Difensore brasiliano, “lungagnone” (m 1,84 , kg 71 dice l’album pan...ini 1981/82), con un curriculum vitae non propriamente esaltante ma da buon gregario difensivo: dal 1970 militò nel Santos, Coritiba e America RJ, fino ad arrivare al suo passaggio al Vasco Da Gama nel 1977, vi rimase fino al 1981 e vinse uno scudetto. Anche in nazionale la sua carriera non fu delle più felici, solo 7 le presenze, prima del mondiale argentino del 1978.
A Udine arrivò alla “veneranda” età di 32 anni, non si sa bene come e perchè, nella stagione 1981/82 proveniente da quel Vasco Da Gama dove fu compagno del mitico Roberto Dinamite, la cui potenza del tiro è tutta celata nel nome. In Friuli trovò ad attenderlo l’allenatore Enzo Ferrari, reduce dal successo nel campionato primavera, alla prima esperienza in massima divisione e che qualche anno dopo fu il primo allenatore italiano ad espatriare all’estero (in Spagna nel Real Saragozza) , e Franco Causio, il nuovo prestigioso acquisto prelevato dalla Juventus e primo tassello di una “squadra dei sogni” che arriverà.
Il povero Orlando morirà giovanissimo a soli 49 anni. Una fine triste quasi come lo sguardo in questa figurina: soffriva di labirintite, ed uno giorno del 1998 mentre era in ritiro con la squadra giovanile del Vasco Da Gama, di cui diventò allenatore, scivolò nella stanza d’albergo, provocandosi la frattura della quinta vertebra della colonna, rimase paralizzato e morì un anno dopo a seguito di complicazioni cardiache.
Il brasiliano aprirà le porte a tanti altri suoi connazionali. Quando finì la stagione 1981/82 che l’Udinese concluse all’ottavo posto con 26 punti , Orlando pur avendo totalizzato 29 presenze (tra i più presenti), in Giugno lasciò l’Italia e qualche striscia di simpatia, proprio mentre nel campionato mondiale di Spagna ‘82, la squadra brasiliana metteva in vetrina i suoi campioni migliori che presto sarebbero sbarcati da noi. Da Edinho che l’anno dopo ne prese il posto al centro della difesa friulana, fino a Zico che in Friuli lasciò ben altri ricordi calcistici, entrando nel mito. (EC)
A Udine arrivò alla “veneranda” età di 32 anni, non si sa bene come e perchè, nella stagione 1981/82 proveniente da quel Vasco Da Gama dove fu compagno del mitico Roberto Dinamite, la cui potenza del tiro è tutta celata nel nome. In Friuli trovò ad attenderlo l’allenatore Enzo Ferrari, reduce dal successo nel campionato primavera, alla prima esperienza in massima divisione e che qualche anno dopo fu il primo allenatore italiano ad espatriare all’estero (in Spagna nel Real Saragozza) , e Franco Causio, il nuovo prestigioso acquisto prelevato dalla Juventus e primo tassello di una “squadra dei sogni” che arriverà.
Il povero Orlando morirà giovanissimo a soli 49 anni. Una fine triste quasi come lo sguardo in questa figurina: soffriva di labirintite, ed uno giorno del 1998 mentre era in ritiro con la squadra giovanile del Vasco Da Gama, di cui diventò allenatore, scivolò nella stanza d’albergo, provocandosi la frattura della quinta vertebra della colonna, rimase paralizzato e morì un anno dopo a seguito di complicazioni cardiache.
Il brasiliano aprirà le porte a tanti altri suoi connazionali. Quando finì la stagione 1981/82 che l’Udinese concluse all’ottavo posto con 26 punti , Orlando pur avendo totalizzato 29 presenze (tra i più presenti), in Giugno lasciò l’Italia e qualche striscia di simpatia, proprio mentre nel campionato mondiale di Spagna ‘82, la squadra brasiliana metteva in vetrina i suoi campioni migliori che presto sarebbero sbarcati da noi. Da Edinho che l’anno dopo ne prese il posto al centro della difesa friulana, fino a Zico che in Friuli lasciò ben altri ricordi calcistici, entrando nel mito. (EC)