giovedì 5 luglio 2018

BRESCIA ROCK (3 nomi da conoscere): Simone Grazioli, Staggerman & The Hobo's Amen, Ducolis


Breve viaggio in mezzo al prolifico Rock bresciano. Anno particolarmente ricco di uscite questo 2018 per certe sonorità legate al rock americano, al blues, al rock'n'roll. Dopo Superdownhome, Andrea Van Cleef, Bonebreakers e Cek Franceschetti ecco altri tre nomi da seguire e conoscere (per i non bresciani sicuramente): Simone Grazioli, Staggerman e i Ducolis.



Iniziamo dal più giovane della lista (comunque fresco trentenne), anche se nella custodia della chitarra nasconde già una buona esperienza con gli Hell Spet, il suo gruppo principale dove suona il mandolino dentro all’indiavolato cow heavy country bluegrass, più tante altre robe ancora, proposto dalla band (imperdibili dal vivo) poi con i suoi tanti progetti paralleli tra cui i Quarry Brothers, duo bluegrass, tanto tradizionale quanto anomalo. SIMONE GRAZIOLI, polistrumentista a tutto tondo, per questo debutto LA FUGA sceglie di scappare in direzione della tortuosa strada cantautorale e della sempre complicata lingua italiana, tra storie di ordinaria follia costruite su quotidianità e sogni, bagnate da alcol che scorre impetuoso e appicicaticcio tra bar e locali, ma anche intrise d’amore e romanticismo, canzoni raccolte nel tempo e finalmente liberate dal cassetto dove erano rinchiuse, non mancando di calpestare i territori a lui più cari dell’hard blues, del country e del folk, strizzando pure l’occhio a certo indie rock italico. Un disco vario, difficile inquadrarlo ma penso che sia proprio quello che cercava il suo autore.
Pochi chilometri più a nord di Brescia, sulle sponde del lago d’Iseo troviamo STAGGERMAN, il progetto personale di Matteo Crema (già bassista con i monumentali The Union Freego) che arriva al traguardo del terzo disco, HOBOS AND GENTLEMEN, a sei anni dall’ultimo album inciso.
Accompagnato dagli Hobo’s Amen che questa volta si guadagnano il monicker in copertina, Staggerman continua il suo viaggio a passo d’uomo in territori che richiamano la profonda America di frontiera ma anche certi anfratti sonori cari a mister E e i suoi Eels. Un suono intimo e avvolgente con poche vere scosse, ma ricamato su ballate country rock innaffiate dalla calda presenza dei fiati, border Song illuminate dal sole a cui si aggiungono volentieri ombre e suggestioni più scure e nere. Disco da viaggio ideale.
Addentrandosi nella sterminata Val Camonica ci DUCOLIS: nome, copertina e grafica sembrano parlare chiaro. Ma non è esattamente così. Non solo. L’aspetto ludico e goliardico dei Ramones è presente: i quattro componenti non sono fratelli di sangue ma hanno tutti lo stesso cognome, popolare dalle loro parti. Una gita fuori porta, ma nemmeno troppo, per il navigato cantautore Alessandro Ducoli che brandisce il microfono e all’urlo di “free your dog” detta i tempi, l’instancabile chitarra di Luke Duke (Thee Jones Bones) macina riff e la possente sezione ritmica formata da due Domenico Ducoli (eh sì, anche lo stesso nome) a tenere il tempo. Un disco costruito d’istinto in pochi giorni in sala prove da veterani con il rock stampato nel DNA (indiscrezioni raccontano di materiale già pronto per un altro album) dove blues, hard rock, rock’n’roll,Southern rock, garage e punk trovano la via comune. Senza fronzoli, vizioso e sporco il giusto anche quando si devia verso la disco e il reggae. Qui dentro ci si diverte dall’inizio alla fine.
si imbatte invece nei

BRESCIA ROCK (5 band da conoscere: Slick Steve & The Gangsters, Van Cleef Continental, Thee Jones Bones, Il Sindaco, The Union Freego)
CEK FRANCESCHETTI: Blues Tricks (2018)
ANDREA VAN CLEEF: Tropic Of Nowhere (2018)
SUPERDOWNHOME: Twenty-Four Days (2017)
THE CROWSROADS: Reels (2016)
SEDDY MELLORY: Urban Cream Empire (2016)




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