mercoledì 17 febbraio 2016

BRESCIA ROCK (5 band da conoscere: Slick Steve & The Gangsters, Van Cleef Continental, Thee Jones Bones, Il Sindaco, The Union Freego)

Ho seguito l'amore. Sono arrivato a Brescia. Ho trovato una città piena di musica come poche. Una scena musicale viva e scalpitante: tante band, tanti artisti, tanti generi musicali, tanti locali che puntano sulla musica originale e di qualità. In più, un intreccio di collaborazioni tra gli artisti che mi ha lasciato favorevolmente colpito. Si respira rock a pieni polmoni, anche tra l'inquinamento che ha raggiunto i valori massimi. Provare per credere. A conferma di quel che ho percepito io (forse per chi ci vive non sarà così), in tarda primavera e inizio estate partono una miriade di manifestazioni e festival che coinvolgono tutta la città e provincia: dal 4/4 organizzato dalla Latteria Molloy (giudicato tra i migliori locali live d'Italia dal Mei) dove si sfida l'impossibile facendo suonare ogni anno almeno cento artisti/band (famosi e non) del posto sopra allo stesso palco nel giro di una giornata, alla festa della musica che coinvolge ogni via e ogni piazza della città. In questi mesi ho ascoltato tanti di questi artisti. Sono riuscito a scrivere qualcosa su di loro sulle riviste Classic Rock e Classix!, anche se mai come avrei voluto. Sono poche righe, di presentazione, ma spero abbastanza per incuriosirvi e spronarvi all'approfondimento. Ho raccolto tutto e ve ne presento cinque. Per ora. Tante altre potrebbero arrivare: Seddy Mellory, Plan De Fuga, Ovlov, Alessandro Sipolo, Claudia Is On The Sofa, Hell Spet, Jet Set Roger, Dead Candies, Nana Bang!, Crowsroads.


SLICK STEVE & THE GANGSTERS On Parade (Go Down Records, 2015)


 Il primo consiglio che vi lascio è: se vi capitano sotto il naso, non fateveli sfuggire dal vivo. Uno degli spettacoli musicali più completi in cui potete imbattervi in Italia. La giovane band bresciana guidata dal funambolico Stephen Hogan (un piccolo Tom Waits laureato in prestidigitazione) dimostra di non essere da meno anche  in studio, e dal cilindro di questo secondo disco esce tutto l’amore per il vecchio rockabilly ’50, il blues, il country e i personaggi meno convenzionali e più bizzarri. Da Classix!





VAN CLEEF CONTINENTAL  Unda Maris (GODDESS RECORDS, 2015)

 

Mare salato
L’ultima onda è di quelle devastanti, con la forza di spazzare via tutto. I bresciani incidono il secondo album (il primo RED SISTERS nel 2008, in mezzo: l’ancora fresco EP) nell’apnea di un trip circolare, diretto e senza fronzoli dove i primordiali Black Sabbath e lo Stoner ’90 trovano spesso la via delle divagazioni lisergiche. Ma mentre esce il disco e la formazione si stabilizza intorno ad Andrea Van Cleef, Helgast, Giorgio Fnool e Lady Cortez , un altro cerchio si chiude:  la band, a sorpresa, ci saluta. Avete tempo fino a Novembre (2015, tempo scaduto!) per vederli dal vivo. Le onde, purtroppo, vanno e vengono… Enzo Curelli 8 da Classic Rock







THEE JONES BONES  Cheers!  (AUTOPRODUZIONE, 2015)

Se l’Italia fosse il paese rock che non è, la band bresciana, attiva da più di un decennio, tirerebbe le fila del movimento. Dei cavalli di razza, quelli vecchi e affidabili che non faresti mai abbattere: puro rock’n’roll come se gli Stones ’70 avessero in mano un biglietto di sola andata per gli States. Tutto buono e vintage a partire dalla confezione.  Da Classic Rock








IL SINDACO Come I Cani Davanti Al Mare (LAVORARE STANCA/AUDIOGLOBE, 2015)

Dopo le prime note di Maciste, pare che nel secondo disco de Il Sindaco (il bresciano Fabio Dondelli) si nasconda un omaggio a Lucio Dalla. C’è molto altro. E’ l’unione tra il cantautorato italiano a cui Dondelli lima gli spigoli in favore di semplicità e fervore pop, e il roots americano: tra desert folk e country. Ad accompagnarlo i vecchi amici Annie Hall.  Da Classic Rock








THE UNION FREEGO  In Null Komma Nichts (2015)

Non ho mai capito come funzioni il marketing discografico. Oddio, un'idea ce l'avrei pure, ma...non importa. Mi interessa, invece, capire perché questo disco non stia girando come dovrebbe tra gli appassionati di musica. Buona musica. Non so se per pigrizia, modestia o falsa modestia degli autori, ma sto riscontrando l'assenza della dovuta pubblicità. Oppure la colpa è semplicemente di noi che stiamo intorno e non cogliamo qualche messaggio nascosto, ma...nuovamente, non importa. Per cui mi prendo le mie responsabilità e faccio lo sporco lavoro (comunque bellissimo): se amate il classic rock americano, quello che nasce dal vecchio folk più oscuro e sporco, incontra prima Bob Dylan sulla propria strada, la parte visionaria e psichedelica di fine sessanta, poi la west coast californiana e più malata dei '70 e la vecchia old black di Neil Young che allunga sulle curve a gomito, sfiora il Paisley underground degli anni ottanta, l'alt country recente di Uncle Tupelo e Wilco, quello più recente ancora di Okkervil River e Decemberists e finisce la sua corsa alzando la polvere dei dei deserti dell'Arizona (Calexico, Giant Sand) e anche po' più a sud, cercate il secondo disco della band bresciana [continua a leggere]








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