sabato 19 agosto 2017

DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #43: CROSBY, STILLS & NASH (Daylight Again)

CROSBY, STILLS & NASH   Daylight Again (1982)







Nei tardi anni sessanta hanno toccato alte e inarrivabili cime seduti sopra al divano volante, hanno attraversato i settanta a bordo di una barca a vela con il mare ora calmo, ora in tempesta; David Crosby, Stephen Stills e Graham Nash approdano negli anni ottanta a bordo di tre sgangherate astronavi, illuminatissime, ma con la rotta poco chiara. Nash e Stills guidano la fila con sicurezza, Crosby arranca dietro con il fiato corto, perso nelle sue reiterate cadute causate da vizi pericolosi, depressione e salute cagionevole. Questo disco doveva uscire a nome Nash/Stills ma l’etichetta Atlantic Records impose anche la presenza di Crosby. Graham Nash arrivava da un buon disco solista come EARTH & SKY (1980), Stills aveva nel sacco una buona quantità di canzoni, provenienti da un disco abortito sul nascere. E Crosby? Crosby dopo aver registrato alcune canzoni per un disco anch’esso rifiutato dalla casa discografica, si era autoesiliato, pericolosamente schiavo delle droghe, arrivando al punto di non farsi trovare al telefono neppure davanti a numeri amici, fino a quando dopo una insistente serie di chiamate da casa Nash: “lo facemmo venire a Los Angeles, ma la sua voce era in condizioni incredibilmente brutte. Non era in grado di cantare una sola nota. Quel meraviglioso, dolce vibrato gallese era sparito del tutto. Per cui, prendemmo un paio delle sue canzoni migliori dell’album rifiutato dalla Capitol, ‘Delta’ e ‘ Might As well Have A Good Time’, e le sottoponemmo a un trattamento CSN, il che significa che Stephen e io aggiungemmo le nostre voci”. Racconterà Nash nell’autobiografia uscita nel 2013. Anche se una canzone come ‘Delta’, la leggenda narra che sia stato Jackson Browne a costringere uno strafatto Crosby a portare a termine la canzone, potrebbe mettere in ombra qualunque delle restanti dieci canzoni.
A Nash spetta il compito del gioco duro e sporco. Sue le canzoni con i testi più pungenti: nel country rock ‘Wasted On The Way’ ragiona sul trascorrere del tempo e su tutte le occasioni musicali che il gruppo (Neil Young compreso, questa volta) ha perso rincorrendo le bizzarre follie delle rockstar, nel duro e scuro rock ‘Into The Darkness’ viene preso di mira l’amico Crosby, unitamente alla sua vita sempre più allo sbando. A bilanciare il tutto la più classica delle ballate pianistiche di Nash, ‘Song For Susan’, dedicata alla moglie Susan Sennett. Al prolifico Stills, invece, il compito di indirizzare il disco verso il rock (l’apertura ‘Turn Your Back On Love’, ‘Southern Cross’, ‘Since I Met You’), ma anche di scrivere due delle migliori canzoni in scaletta: ‘You Are Alive’ con la splendida armonica di Nash, e il finale acustico ‘Daylight Again’, recuperata dal lontano 1972 e abbinata a ‘Find The Coast Of Freedom’ con la voce di Art Garfunkel ospite. Il finale lo racconta Nash: “Due incubazioni, dall’inizio alla fine. Uno dei progetti più frustranti in cui io sia mai stato coinvolto. Ed ero convinto di aver fatto un ottimo lavoro per come eravamo riusciti a mettere tutto insieme su DAYLIGHT AGAIN, considerando che si trattata di elementi sparsi”. Un disco spesso dimenticato ma con almeno una manciata di canzoni da ricordare.



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