venerdì 26 aprile 2013

RECENSIONE: CLUTCH (Earth Rocker)

CLUTCH  Earth Rocker  ( Weathermaker Music , 2013)

Quando si scrive Clutch, si legge spesso "sottovalutati". Triste ma vero, provare per credere. Per una band che da  anni continua a sfornare dischi di altissimo livello dando risalto solo ed esclusivamente alla musica, lasciando in un angolo polveroso l'aspetto più epidermico del music business a favore del lato sudicio, fangoso e spontaneo, ben rappresentato dal look trasandato del barbuto e bizzarro cantante Neil Fallon, il tutto può anche rappresentare un valore aggiunto e di distinzione. Una presa di distanza da tutto quello che ha poco a che vedere con la musica e nell'iniziale Earth Rocker, Fallon lo ribadisce, indossando una delle sue tante voci, con proclami recitati con l'ugola da orco cattivo. Dalle parti di Germantown nel Maryland hanno sempre dato importanza a strumenti e amplificatori, e Earth Rocker non si sposta di una virgola dal terroso humus da cui nascono le loro canzoni e da dove sono spuntati e cresciuti i loro devoti fan, soprattutto in patria. E' sempre stato difficile etichettare la loro proposta: si è spesso scomodato lo stoner rock, ma un semplice e vetusto termine come "rock blues" lo trovo meno limitante e più aperto a contenere le numerose radici musicali che riescono a seminare con disordinata cura ma anche a strappare con forza bruta quando necessario. Si ascolti l'hard boogie ad alto testosterone di Cyborg Bette, con la sezione ritmica (Dan Maines al basso e Jean-Paul Gaster alla batteria) che scalcia sederi a ripetizione per farsi largo o il veloce attacco di belligerante punk' n' roll di Unto The Breach, quasi motorheadiana nella sua urgenza. Non un caso fortuito che proprio con i Motorhead (e Thin Lizzy) hanno diviso i palchi ultimamente.
Sempre fuori moda ma eternamente sempre sul pezzo. Veri, sia quando seguono le strade del blues, quello lento, gelido, nero e fumoso di Gone Cold con la voce di Fallon che sembra entrarti nell'anima e strapparti il cuore con spietata freddezza; quello hard, caldo, più feroce con tanto di armonica di DC Sound Attack!; e il lato psichedelico ben presente e contaminante in Oh Isabella, solidale e a pari passo con i possenti riff che la sorreggono.
Complessivamente, tutto l'album preferisce la fase di attacco. Uno dei loro album (il decimo) più aggressivi in carriera. Heavy e spietati in Crucial Velocity, pieni di groove nella cadenzata pesantezza di The Face, tambureggianti nell'inizio di Book, Saddle & Go che precede un hard blues che pare nascere dai tizzoni (h)ardenti del fuoco hendrixiano con il chitarrista Tim Sult grande protagonista, così come nella pesante The Wolf Man Kindly Request...con il suo veloce, fuzzy  e rutilante break centrale a ricordare quanto i Clutch siano una jam band nata per stare sopra i palchi, e Earth Rocker non aspetta altro che sprigionare ulteriore forza in viaggio sulle strade.



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