domenica 9 marzo 2025

THE DEAD DAISIES live@Phenomenon, Fontaneto D'Agogna (NO), 8 Marzo 2025

 


Quando l'australiano David Lowy, mite uomo d'affari e pilota d'aerei con tanto di medaglie d'onore, mise in piedi i Dead Daisies nel 2011 per puro divertimento (non nasce tutto così?), il suo intento ero quello di creare una sorta di famiglia allargata del rock’n’roll, una sorta di nazionale "resto del mondo", in grado di mutare elementi nel tempo senza mai perdere di vista certi valori e alcune dinamiche: chiunque passasse avrebbe dovuto lasciare su disco ma soprattutto sul palco l'impronta del proprio amore per il rock'n'roll e una dose massiccia e sudata di divertimento. Non c'era bisogno di inventarsi nulla, l'importante era continuare a divulgare il verbo, tra tradizione e qualche suono moderno ma non troppo, tra canzoni originali e tanti omaggi rivisitati.

Esattamente quello che è stato riversato stasera per la prima delle due date italiane (l'altra, oggi a Padova) del nuovo tour europeo: perché in qualche modo da un concerto della band è difficile uscire insoddisfatti e senza la certezza che il rock'n'roll sia una delle più grandi invenzioni dell'uomo in grado di unire e far cantare insieme  corpi sconosciuti, alleviare disagi accumulati durante la settimana, far dimenticare per due ore di show tutto quello che succede là fuori. E di questi tempi non è cosa da poco e da sottovalutare.


A proposito: il Phenomenon è una delle migliori sale concerto dell'asse Piemonte/Lombardia, perché venga usata sempre con il contagocce per me rimane un insondabile mistero.

Il nuovo spettacolo è giustamente e principalmente improntato sull'ultimo disco inciso, il solido e scanzonato Light 'Em Up, uscito nel 2024 e prodotto da Marti Frederiksen, ma come sempre non sono mancate alcune sorprese, una di imminente uscita e una carrellata sull'ormai ultra decennale  storia della band ('Long Way To Go', 'Rise Up', 'Mexico', Bustle & Flow', 'Resurrected').

A questo giro, ci sono gli importanti ritorni di John Corabi (ex Scream, Motley Crue, Union) alla voce (io sono uno di quelli che ritiene il disco inciso nel 1994 con i Motley Crue una delle cose migliori fatte dalla band di Los Angeles, la strada da seguire era quella...) dopo due dischi con Glenn Hughes e del "golden boy"  Doug Aldrich (Dio, Whitesnake) alla chitarra solista dopo una delucata operazione che lo ha tenuto lontano dalla musica che uniti allo stesso Lowy (seconda chitarra), al basso di Michael Devin (Whitesnaske) e al potente drumming di Tommy Clufetos (Alice Cooper Band, Ted Nugent, Ozzy Osbourne, Black Sabbath nel suo cv) formano una band dall'alto tasso hard rock blues che non lascia prigionieri. Conferma ne sono le nuove canzoni 'Light Em Up', 'I'M Gonna Ride' (dedicata a tutti i biker in sala) e una 'Love That'll Never Be' acustica cantata e suonata dal solo Corabi a centro palco, uno dei momenti più intensi della serata e uno dei più rari di apparente calma sonora.

Dall'ultimo disco viene pure eseguita 'Take A Long Line', la cover del gruppo australiano The Angels, cantata da Lowy. Già le cover. Se la finale 'Helter Skelter' (Beatles) e 'Holy Moses' (The Sensational Alex Harvey Band) sono ormai consuetudine, le sorprese arrivano da una 'Fortunate Son' dei Creedence Clearwater Revival e da due rivisitazioni di standard blues che troveremo presto in un album di cover (Lookin For Trouble) che uscirà a fine Maggio, registrato tra Nashville e i mitici studi a Muscle Shoals in Alabama. 


Nell'album ci saranno brani di Muddy Waters, Lead Belly, B.B. King, Howlin' Wolf e Rufus Thomas. Stasera ci hanno presentato 'Crossroads' di Robert Johnson e 'Going Down' di Freddy King rivestite di fumante hard rock alla loro maniera. Esperimento riuscito e che lascia ben sperare.

Anche durante la presentazione della band non sono mancate citazioni e rimandi musicali: da 'Highway To Hell' a 'Seven Nation Army' ( e via di "po po po po po pooo" quasi fosse il 2006), da 'Heaven And Hell' a 'Living After Midnight'. Corabi presenta i suoi compagni, scherza sulle sue lontane origini siciliane e ci conferma che i Dead Daisies oltre a essere a loro volta una super band formata da musicisti pazzeschi (la Gibson di Aldrich è puro hard seventies, Clufetos dietro la batteria fa tremare il locale) sono ancora dei grandi fan, devoti e appassionati di rock'n'roll.

Non per nulla la band entra sul palco sulle note di di 'Rock and Roll' dei Led Zeppelin, manifesto mai passato di moda ma che oggi, con il bel documentario in sala dedicato ai four sticks, sembra prepotentemente indicarci una sola strada da seguire per vivere meglio i nostri giorni...

(quante volte ho scritto "rock’n’roll"?)






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