sabato 21 novembre 2020

RECENSIONE: WHITE DOG (White Dog)

WHITE DOG 
 White Dog (Rise Above, 2020) 



the next "old" big thing 

I WHITE DOG arrivano da Austin, Texas, hanno firmato per l'etichetta inglese Rise Above di Lee Dorrian (Cathedral) e il 25 Settembre è uscito questo loro debutto, anticipato dal singolo 'The Lanterns', un blues che sembra tirare in ballo lo spirito lisergico di Jimi Hendrix. Anche se sembra siano già al lavoro per il successore: il tempo non manca in questo periodo orfano di concerti e ascoltando il disco si può intuire subito quanto la dimensione live, free e jammata sia a loro più congeniale ('Crystal Panther'). Prendete 'Abandon Ship', è la canzone più corta del disco ma al suo interno ha abbastanza cambi di tempo da far girare la testa per un paio di minuti e poco più. Basterebbe guardarli in copertina per capire che la band texana ama rimanere dentro a un periodo musicale ben delimitato che difficilmente supera l'anno 1973. Sicuramente si può dare loro un anno d'inizio e potrebbe essere il 1967, anno d'oro per la stagione psichedelica americana, perché è da lì che partono, girano e ritornano. Psych rock, garage, hard rock, divagazioni proto progressive, qualche riff sabbathiano più pesante per una proposta tanto datata quanto comunque convincente, dove Allman Brothers, Grateful Dead, 13th Floor Elevators, Quicksilver Messenger Service, Creedence Clearwater Revival amoreggiano piacevolmente senza litigare troppo per primeggiare. Mai scontati (l'incredibile groove di 'Verus Cultus' stemperato dai distesi momenti di quiete), caldi, visionari e avvolgenti ('Pale Horse' inizia lenta e arpeggiata finisce in un turbine di suoni ) guidati dalla voce di Joe Sterling e dalle chitarre sempre ispirate di Clemente De Hoyos e Carl Amoss (con suo fratello John che siede dietro la batteria e Rex Pepe al basso) che duellano e si incrociano scegliendo di diventare acide o desertiche, pesanti o morbide a seconda dell'ispirazione. 
Quello che manca è certamente la canzone in grado di aprire loro la strada del successo ma forse a loro sta bene così. Non stanno rincorrendo nulla, completamente slegati da qualsiasi moda.
La vera notizia è che là fuori c'è ancora gente con il rock'n'roll nel DNA che ha voglia di suonare libera e felice.





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