SADLER VADEN Anybody Out There? (Dirty Mag Records, 2020)
o la va o la spacca...
C'è sempre un tempo in cui i grandi piano piano si fanno da parte. C'è chi perde l'ispirazione e chi ci lascia, a volte per sopraggiunta anzianità a volte anche prematuramente per sempre. Ci vogliono forze nuove dietro. Sempre. Sandler Vaden, originario del South Carolina, non è proprio giovanissimo, nei suoi 34 anni di vita ha messo in valigia così tante buone esperienze da gregario che ora può permettersi di uscire allo scoperto per tappare un po' di quei posti mancanti tra le fila del classic rock americano, quello che viaggia in mezzo tra chitarre elettriche e ballate, tra southern rock e americana. Già chitarra nei 400 Unit di Jason Isbell e nei Drivin' N Cryin' di Kevin Kinney, Anybody Out There? è il secondo album solista dopo il debutto a suo nome uscito nel 2016.
Un disco che non si inventa nulla, pagando dazio a chi è venuto prima di lui. Il suo grande merito? Lasciare la sua firma e la sua personalità in modo diretto e senza troppi fronzoli in un genere che ha già dato il meglio di sé.
Echi di Tom Petty in 'Next To You' che messa lì all'inizio è un buon biglietto da visita che sa di classico, di quelli come si facevano ai bei tempi, così come la positività elargita in 'Good Man' riportano alla mente sempre il compianto biondo di Gainesville.
I toni medi e pacati sembrano avere la meglio, ma mentre le ariose ballate acustiche 'Don' t Worry' allungata con l'hammond e 'Be Here, Right Now' adagiata su una slide guitar convincono, 'Curtain Call' gioca la carta della malinconia con i suoi archi e funziona alla grande, 'Modern Times' lascia poche impronte e convince meno.
Per una 'Peace +Harmony' che lui stesso dichiara ispirata da George Harrison, 'Golden Child' ha il tiro del Ryan Adams più sbarazzino, mentre nella title track fa valere le sue doti chitarristiche, in un rock blues con chitarre belle presenti e taglienti. Certamente tra le migliori del disco.
Un buon biglietto da visita che questa volta è sicuramente da raccogliere.
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