venerdì 27 marzo 2020

RECENSIONE in pillole: EARLY JAMES (Singing For My Supper)

EARLY JAMES  Singing For My Supper (Nonesuch Records, 2020)




Dan Auerbach continua a pescare personaggi dal suo cilindro senza fondo. Ecco questo EARLY JAMES, ventiseienne nativo di Birmingham, Alabama, voce profonda, aspra e soul da vecchio crooner navigato, un giovane nato vecchio, testi sarcastici che affondano nella profondità del suo animo e del suo sud, a partire dal primo singolo che apre il disco 'Blue Pill Blues' che naviga tra i suoi passati problemi con la depressione con un rock pop a tinte psichedeliche che pare uscito dai... tardi anni sessanta.
"Non sta scrivendo una canzone per essere universale; sta scrivendo una canzone per lui" dice Auerbach.
E "vintage" è la parola chiave che apre le porte alle dieci canzoni di questo debutto SINGING FOR MY SUPPER, sia quando le canzoni si fanno country folk ('Easter Eggs'), toccano il calypso nell'atipica 'All Down Hill', esplorano il noir alla Tom Waits in 'It Doesn' t Matter Now', si arricchiscono di un'orchestra in 'High Horse' che potrebbe fare la sua figura in Western Stars di Springsteen (sulle tracce di Glen Campbell), fino a diventare nere e scure come accade nella notturna 'Gone As A Ghost'.
Povero Early James non poteva scegliere tempi peggiori per affacciarsi sul mercato musicale.











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