venerdì 13 marzo 2020
RECENSIONE: MONDO GENERATOR (Fuck It)
MONDO GENERATOR Fuck It (Heavy Psych Sounds, 2020)
calci nel sedere
Kyuss lives! è naturalmente quello che speriamo tutti a molti anni dallo scioglimento ma è anche il monicker con il quale alcuni ex componenti della band portarono in giro il repertorio della cult band americana qualche anno fa. Insieme a John Garcia e Brant Bjork c'era naturalmente Nick Oliveri che nel nuovo album della sua creatura MONDO GENERATOR, che esce in questi giorni a otto anni di distanza dall'ultimo, sembra scherzarci su con una traccia intitolata 'Kiuss Dies!' che a questo punto o chiude definitivamente il discorso oppure lo riapre clamorosamente.
A quella reunion non partecipò Josh Homme (a lui sempre l'ultima parola) che però per questo ritorno dei Mondo Generator mette a disposizione i suoi Pink Duck Studio. Un ritorno che non guarda in faccia nessuno: grezzo, furente, selvaggio, schizzato ('Listening To The Daze').
14 tracce in 44 minuti di pura agonia punk. Insieme a Mike Amster (Nebula) e Mike Pygmie (della Band Of Gold di John Garcia) spara le sue cartucce di intransigente punk hardcore: 'Up Against The Void' , 'Turboner' , 'When Death Comes' , in S. V. E. T. L. A. N. A. S duetta con Olga dei Svetlanas, gruppo in cui suona pure Oliveri da qualche anno (forse la traccia che meno mi è piaciuta del disco), 'It's You I Don't Believe' è una scheggia di intransigente aggressività.
Senza dimenticare di gettare un po' di vecchia sabbia del deserto in tracce come 'Fuck It', 'Silver Tequila/666 Miles Away', 'Option Four' ma sono solo piccoli granelli in un mare di sudore punk rock alla vecchia maniera che richiama in causa mostri sacri come Bad Brains, Dead Kennedys e Black Flag.
"Puoi sentire la polvere e la sabbia del deserto californiano mescolate con l’odore marcio di un seminterrato sporco!”. Con queste parole il gruppo cerca di spiegare l'album sul proprio sito. Io ci sento più lo sporco mentre il deserto si intravede solo in lontananza, ma non è un male, ciò conferma che Nick Oliveri non ha ancora perso quella carica eversiva che ne ha segnato l'intera carriera, a volte strabordando in eccesso soprattutto nel privato.
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