mercoledì 11 settembre 2013

RECENSIONE: ILVOCIFERO(Amorte)

ILVOCIFERO   Amorte ( Niegazowana Records, 2013)


Se Edda (Stefano Rampoldi) avesse avuto ragione? Quella volta che alla domanda: "come hai conosciuto Walter Somà?", ironicamente, rispose così: "quel pezzo d’asino era il mio operatore della comunità dove sono stato per tanti anni. Sarei potuto guarire prima, ma lui aveva un sacco di problemi e io ho dovuto seguirlo per sei lunghi anni. Tutto inutile, comunque, visto che dopo la mia dipartita lui è ricaduto nel baratro surreale della sua vita".
Ecco, un po' di quel baratro surreale della vita di Walter Somà  emerge dal suo nuovo progetto IlVocifero, condiviso con la voce narrante di Aldo Romano e i numerosi ospiti/amici coinvolti. Un progetto che ha preso forma negli anni, piano piano, partendo da poche tracce messe nel cassetto dall'autore/musicista torinese, da anni con dimora a Milano. Quello che non è finito nelle canzoni del ritrovato Edda, di cui Somà è stato il gemello"nascosto" dietro ai dischi della rinascita artistica (Semper Biot, Odio I Vivi), è stato condiviso con il concittadino e vecchio amico Aldo Romano, un poeta di strada curioso, folle e surreale, un vagabondo della parola (e di fatto), ritrovato dopo molti anni e con cui si è riaccesa un'antica fiamma che in un paio di giorni ha portato i due a scrivere e completare tutto ciò che occorreva da sottoporre all'attenta "regia" di Fabio Capalbo, batterista nel progetto e mente dietro alla etichetta Niegazowana che li ha accolti. Un disco, come quelli di Edda, che sfugge ad ogni catalogazione possibile: libero di fluire, espandersi, restringersi, dare e riprendere, graffiarti e accarezzarti. Un contenitore "pop" disturbante ma estremamente fruibile, pieno di cose forti, esplosive, gridate, altre più dolci, tenui, sussurrate dalla voce di Romano, e dagli ospiti presenti: lo stesso Edda (Persona Plurale, Non Nel Tempo Né Nel Mondo), dalla triestina Dorina Leka (Lucyd, Nastro Solare) che forse ricorderete, anche se eliminata prima del dovuto, in una edizione di X Factor di qualche anno fa, e che proprio con Somà è al lavoro per un disco solista che stiamo aspettando da tempo. Dai musicisti coinvolti: il gruppo Ensemble Vinaccia, la chitarra di Gionata Mirai (Il Teatro Degli Orrori), Carlo Sandrini che si è occupato di tutti gli arrangiamenti d'archi e fiati.
Amorte non è nient'altro che il teatro della vita-dici poco?-rapresentato con tutti gli sbalzi d'u(a)more esistenti, con tutte le sfumature che altri cantori dell'italica canzonetta non vi canteranno mai in maniera così cruda, sincera e coinvolgente. Vanno in scena l'amore, la morte, le relazioni umane, la fede, le giornate e le notti solitarie (Blu e Amo) passate a vagare tra fioche luci  "...vago ed intono lo sguardo ai lampioni, che fanno una luce gialla che è quasi la mia santità, da solo o dio da solo, io potrei ricominciare, se non torno più a casa, questa volta me ne voglio andare e mi sento così fiero di essere così e non dormo, non dormo..." e sospiri eterni (Alito) che cedono al crescendo cacofonico "...io non ho Dei ma attimi, e nessuna presenza nella realtà, se vuoi sparisco, io non mi preferisco, io non ho idee ma angoli, non sopporto la forza di gravità, se vuoi ti stordisco...".
Tragicità e beltà sono rappresentate dall'interpretazione di un attore navigato "di vita" come Aldo Romano che nuota tra le acrobazie alla Mike Patton di Scagliàti che pare una colonna sonora riveduta dai Fantomas persa tra gli accenni jazz del pianoforte (Tazio Forte) e i fiati R&B da cult movie anni '50; galleggia nelle conversazioni a voce bassa con Walter Somà nel Il Gusto Della Morte, nel pop anni '60 esaltato dal crescendo d'archi di Persona Plurale, nell'atmosfera sospesa da ultimo duello "morriconiano" di Ultima Parola; schizza gocce d'acqua pungente e velenosa dal drum & bass incalzantemente persuasivo dell'opener Lucyd scritta ed interpretata con Dorina e nel rock Nastro Solare; affoga e boccheggia, scuote e incita nel particolare "family affair" del free jazz di Non Nel Tempo Né Nel Mondo, conversazione a due voci tra Romano e Edda.
Per chi è stanco della solita musica italiana, IlVocifero è altamente consigliato, perché ci presenta un nuovo personaggio da seguire con curiosa attenzione (Aldo Romano), ci conferma Walter Somà come uno dei più sensibili e creativi autori di musica italiana (e ama pure apparire poco in prima persona, il che non guasta di questi tempi da social network compulsivo) e ci offre nuove vie d'ascolto: traverse, folli, fascinosamente intriganti, incastrate tra tesa drammacità e sano sberleffo. Insomma, sempre vita è.
Il baratro surreale della vita di Walter Somà è senza fondo. Edda aveva ragione.





vedi anche INTERVISTA a EDDA (Impatto Sonoro), 10 Gennaio 2011





vedi anche RECENSIONE: EDDA-Odio I Vivi (2012)



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