martedì 3 maggio 2011

RECENSIONE: NAZARETH (Big Dogz)

NAZARETH Big Dogz ( Ear music, 2011)


I Nazareth ci riprovano. Dopo il buon "The Newz" uscito nel 2008, gli scozzesi sembrano vivere una seconda giovinezza , anche grazie alla freschezza compositiva portata dai due nuovi membri, il batterista figliol prodigo Lee Agnew e il chitarrista Jimmy Murrison, ormai ben inseriti nelle trame hard-blues della band.
I Nazareth del nuovo millennio sono ancora un gruppo con un loro perchè. Ascoltate la voce di Dan McCafferty, non è il cantante che farebbe comodo ai miliardari Ac/Dc? La sua voce non ha perso nulla, catrame e melodia come fosse il 1974. Da sempre una delle voci più particolari dell'intero circuito rock e oggi superati i sessantacinquei anni, un vero valore aggiunto. Eppure i Nazareth hanno sempre dovuto combattere per rimanere a galla, i loro tre capolavori degli anni settanta Razamanaz (1973), Loud'n'Proud (1974) e Hair of the dog (1975) vanno annoverati tra le cose più semplici, genuine e dirette uscite in quegli anni, saccheggiati in futuro da molte bands.
Proprio quella semplicità di esecuzione, hanno ricercato i Nazareth targati 2011. Registrato a Praga, praticamente in presa diretta, in poche settimane, per raccogliere tutta la spontaneità e il l'immediatezza che il loro rock richiede, un mix tra l'antico hard rock/blues caro ai due superstiti originali McCafferty e il bassista Pete Agnew e la nuova pesantezza sonora portata degli altri due più giovani componenti.
Big Dog's gonna howl, Claimed e Lifeboat sono pesanti mid-tempo dal tiro hard rock con la voce strepitosa di McCafferty che si erge subito protagonista per diventare ineguagliabile in No Mean Monster. Tra i richiami al passato in When Jesus comes to save the world again, un lento ed ammagliante blues che, come ricordano gli stessi autori, potrebbe essere la continuazione della loro storica Vigilante man( cover di Woody Guthrie), scanzonati rock'n'roll boogie come The toast e canonici ma pesanti episodi blues come Watch your back, c'è il tempo per una radio friendly, è proprio il caso di dirlo, Radio, un omaggio alle vecchie stazioni radio di una volta avvolta in una melodia facile ed orecchiabile.
C'è ancora tempo per la ballata guidata dal piano, Butterfly, segno che i vecchi rockers di una volta , quando vogliono sfiorarti il cuore, riescono anche a penetrarlo e per la finale Sleeptalker, partenza rock'n'roll e finale con il chitarrista Murrison protagonista.

Un disco piacevole dall'inizio alla fine e per un gruppo con 40 anni di storia sul gruppone è già un risultato straordinario. Gli scozzesi, hanno sempre lavorato duro e con umiltà in campo rock, raccogliendo, purtroppo, solo tanta stima dagli addetti ai lavori e a chi parla ora di loro, definendoli dei dinosauri del rock, rispondo: a me i dinosauri sono sempre piaciuti.

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