lunedì 9 dicembre 2024

THERAPY? live@Magazzini Generali, Milano, 6 Dicembre 2024

 


Avere un disco come Troublegum nella propria discografia è un privilegio non da poco (un milione di dischi venduti) ma per i nordirlandesi è stato anche un muro da superare ogni volta per arrivare fino ad oggi. Difficile avvicinarsi alla perfezione di quelle quattordici canzoni che li catapultarono in cima alle chart di tutto il mondo e che Andy Cairns anni dopo spiegò così:"nel corso degli anni, molte persone hanno proclamato Troublegum come disco pop dei Therapy? per via di 'Screamager' e 'Nowhere'. Riascoltandolo è molto, molto oscuro, dal punto di vista dei testi e musicalmente". Ecco serviti gli anni novanta.

Da quel 1993 non hanno mai smesso di produrre musica (dove noise, metal, punk e pop convivono senza fare a pugni) e fare concerti con entusiasmo e rara abnegazione. Questo tour del trentennale però è tutto dedicato a quell'album che è stato sviscerato praticamente da cima a fondo, non in sequenza però (scelta saggia), intervallato solo da vecchie canzoni uscite in precedenza ('Nausea', 'Teethgriner', 'Opal Mantra', 'Potato Junkie') senza nessuna concessione al post. In verità c'è una 'Diane' elettrica più vicina all'originale degli Husker Du rispetto alla versione uscita su Infernal Love, anno 1995.


Ne è uscito sì un concerto per nostalgici (guardandosi intorno l'età media era molto elevata) ma anche uno dei live set più divertenti, partecipati e intensi del mio 2024. La voglia di divertirsi è ancora tanta: Michael Mckeegan salta ancora come il primo giorno d'uscita di Troublegum, il batterista Neil Cooper che all'epoca non c'era ma è nella band da ventidue anni festeggia gli anni ma non è mica vero (ho controllato, una goliardata che si ripete ogni sera per farlo sfogare in un assolo), Andy Cairns guida il tutto, scherza sulle lingue (italiano e irlandese), aizza i fan che rispondono senza lesinare cori, tira fuori il riff di 'Iron Man' dei Black Sabbath, dedica 'Die Laughing' a tutti i caduti del rock’n’roll (da Shane McGowan a Paul Di Anno, da Steve Albini a Kurt Cobain ma la lista sarebbe infinita), si ferma per farci pensare a chi in questo momento mentre noi siamo qui a cantare e ballare sulle note di 'Nowhere', 'Screamager' e sorelle, è sotto un ponte o le bombe di una guerra. 

Sì torna a casa con un pezzo di paraurti danneggiato (maledetti marciapiedi milanesi ma c'è un po' di rock’n’roll anche in questo) con la consapevolezza di aver vissuto due volte un album a suo modo epocale: in diretta a vent'anni e oggi con trenta in più sulla carta d'identità. Più tutto quello che ci sta in mezzo e nel futuro naturalmente: "non riesco a pensare a niente di peggio che essere bloccato in un'epoca o in un genere" spiegò Cairns in una recente intervista e i dodici dischi pubblicati dopo Troublegum ne sono la testimonianza, non conosciuta a tutti ma ci sono.



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