lunedì 13 settembre 2021

RECENSIONE: DANKO JONES (Power Trio)

DANKO JONES  
 Power Trio (Mate In Germany/Audioglobe, 2021) 

coerenza

Ho amato tantissimo il primo Danko Jones, quello vizioso e blues di Born A Lion, dove aveva strafottenza, faccia da culo e attitudine garage rock'n'roll da vendere. Poi con gli anni e le uscite la sua musica si è piano piano adagiata un po' troppo sull'hard rock con puntate punk e heavy senza troppi guizzi e sorprese. Sempre potente e sguaiato ma prevedibile nel perseguire la stessa formula. Il che non è un male soprattutto se fatto con onestà e sudore. E se avete visto almeno una volta un suo show sapete che è tutto vero. E poi si sa: il rock'n'roll non morirà mai, seppur alcuni corvacci sono sempre pronti a bordo strada pronti a fare sgambetti. 
La vita del gruppo è sempre stata racchiusa nel classico binomio disco-tour che si ripete all'infinito senza sosta. Anno dopo anno dal 1996. Giusto una pandemia poteva bloccarli. Dopo 25 anni di carriera e dieci album ci può anche stare che la sporcizia degli inizi sia stata grattata via da esperienza e una certa routine. Eppure, nonostante tutto, i suoi dischi continuano ad essere una parentesi di sano, sguaiato e ignorante rock'n'roll che ogni tanto va aperta per lasciarsi andare, svagarsi, muoversi e battere il tempo senza troppe menate per la testa. Non difetta quindi neppure questo Power Trio (completato dal fedele John Calabrese al basso e Rick Knox alla batteria) che spiega già tutta l'attitudine della band nel titolo. "Una dichiarazione. Quello che siamo" spiega Danko Jones. 
 Figlio del lockdown e quindi anche di file scambiati a distanza, dentro c'è però la summa pensiero dei canadesi: il solito divertimento ('Saturday' con un rimando ai sabati sera di Elton John), l'iniziale 'I Want Out' non dispiacerebbe all'amico "stoner" John Garcia, il groove solido e quadrato di 'Ship Of Lies, una parentesi impegnata con 'Raise Some Hell' a sostegno del movimento Black Lives Matter ricordando George Floyd, la veloce e sbarazzina 'Blue Jean Denim Jumpsuit' , una 'Dangerous Kiss' omaggio agli amati Kiss, il rantolo del veloce punk 'Flaunt It' e una finale 'Start The Show' con la chitarra ospite di Phil Campbell (Motorhead) e che molto probabilmente si candida a diventare l'opener dei prossimi tour. Perché il palco per Danko Jones è aria e acqua vitale.








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