martedì 28 luglio 2020

RECENSIONE: SEASICK STEVE (Love&Peace)

SEASICK STEVE  Love & Peace (Countagious Records, 2020)





summer of love
Se fino a qualche anno fa la sua vita era ancora avvolta da un denso e affascinante fumo di mistero (date di nascita, vecchi lavori, amori e collaborazioni), ora di lui sappiamo vita e miracoli, la morte lasciamola ancora da parte per ora, altrimenti quelle dita in copertina potrebbe trasformarsi velocemente in un dito medio alzato al mio indirizzo. E avrebbe tutte le ragioni, altro che pace e amore. Con i suoi 69 anni, Seasick Steve questa volta sembra volgere lo sguardo indietro a un'epoca che lo vide protagonista per trovare la giusta e semplice soluzione a questo mondo che corre al rovescio: l'apertura 'Love & Peace' è subito lì anticipata da un discorso distorto del nostro, pace e amore per tutti, citando perfino 'Come Togheter' dei Beatles in un passaggio e cantando: "dobbiamo fermare l'odio adesso, restituire l'amore e la pace". Tutto molto chiaro e limpido come il personaggio. Poca filosofia e tanta strada di vita vissuta sotto gli stivali e sulle ruote di un sempre affidabile trattore John Deere.
 Un ritorno ai figli dei fiori e alla Summer Of Love. Che il buon Steve dopo dieci album non si sia ancora montato la testa lo dimostra un blues autobiografico che sbuffa, con tanto di armonica, alla vecchia maniera come 'Regular Man' e il modo con il quale sono state registrate queste dodici canzoni: su nastro analogico 2 pollici, grezze e pure con il solito aiuto del fidato batterista Dan Magnusson e un paio di ospiti come Luther Dickinson (chitarra dei North Mississippi Allstars) e dell'armonicista Malcolm Arison (BossHoss). Grezzo e ruvido sì ('Toes In The Mud') ma ormai conosciamo bene anche il suo cuore romantico (le lente e notturne 'I Will Do For You' e 'My Woman'), i dipinti country e rurali ancorati nel suo passato ricamati dalla slide che sembrano uscire da altre epoche in 'Carni Days', il forte e chiaro messaggio di indipendenza di ' Church Of Me' con la sua esplosione, il boogie polveroso di 'Ain' t Like The Boogie', la mappa on the road tracciata con 'Travelling Man', finendo con una 'Mercy', acustica e confidenziale.
 In 'Church Of Me' canta " devi essere solo te stesso, è tutto quello che devi fare". Un consiglio semplice semplice ma che spesso dimentichiamo inseguendo aspettative a volte fin troppo alte che ci distolgono dal vivere al meglio il presente. Lo sa bene Seasick Steve che arrivato al decimo album in carriera continua a fare la sua vecchia musica di sempre, che non stupirà più come qualche anno fa ma la sua attitudine e la sua generosità sopperiscono ancora molto bene a tutto quel poco che non troverete più.
Love & Peace a tutti.






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