martedì 20 agosto 2019

RECENSIONE: RODNEY CROWELL (Texas)

RODNEY CROWELL   Texas (2019)




il miglior viaggio in Texas dell'anno. Alla guida Rodney Crowell. Ospiti passeggeri: Willie Nelson, Steve Earle, Billy Gibbons, Lyle Lovett, Ringo Starr e tanti altri


Rodney Crowell, 69 anni, è sempre una garanzia. Uno degli ultimi grandi songwriter americani (prolifici), per anni dispensatore affidabile di buone canzoni per tanti altri artisti, da Waylon Jennings, Emmylou Harris a Johnny Cash di cui sposò la figlia Rosanne, fino a quando sul finire degli anni ottanta decise di metterci faccia e voce con più convinzione (quattro gli album incisi fino a quel momento) con un album sbalorditivo come fu Diamond And Dirt (1988). Da lì in avanti la sua fama è accresciuta notevolmente anche se mai abbastanza se equiparata alla bravura.
Lo avevamo lasciato due anni fa con Close Ties, un album intimo e autobiografico che guardava al passato, al presente e al futuro dei suoi affetti, all'inesorabile trascorrere del tempo, lo ritroviamo quest'anno in piena estate con Texas che fin da titolo e copertina non lascia nulla all'immaginazione: è un viaggio libero, a tratti gioioso, ironico, spesso amaro, sempre appassionato lungo il nativo stato della stella solitaria, anche se la sua vera fortuna, non lo ha mai nascosto, la deve all'incontro con la florida scena country di Nashville dei primi anni settanta che poi erano quasi tutti texani emigrati come lui, a cominciare da Townes Van Zandt e Guy Clark.
"Culturalmente, sono cresciuto nella povera zona est di Houston. La musica faceva parte della cultura ... C'erano molti jukebox. Era una cultura della danza ed c'era musica country. La gente ha lavorato duramente, lavori umili e nei fine settimana si scatenavano nel bere, liberandosi" racconta Crowell.
Undici canzoni, alcune recuperate dal passato, che in qualche modo viaggiano intorno al Texas, dentro ai suoi paesaggi unici, dentro ai suoi eterni problemi di stato dal confine bollente. Ad accompagnarlo un grande numero di ospiti: da Vince Gill in quella battente 'Caw Caw Blues' , ultima canzone scritta insieme al vecchio amico Guy Clark, all'incredibile trio formato da Ronnie Dunn, Willie Nelson e Lee Ann Womack nella pigra cavalcata a ritmo di valzer 'Deep In The Heart Of Uncertain Texas'.
La chitarra rovente e l'inconfondibile voce di Billy Gibbons impreziosiscono il rock di '56 Fury' mentre John Jorgenson partecipa a 'The Border', un folk tex mex di frontiera dove i sempre più tristi confini sono raccontati dagli occhi di un uomo dell'esercito.
D'obbligo segnalare la presenza di Ringo Starr in 'You're Only Happy When You're Miserable', anche se va alla finale 'Texas Drought, pt. 1' la palma di canzone beatlesiana dell'album, un ruspante Lyle Lovett nel boogie rock 'What You Gonna Do Now' e Steve Earle che introduce e accompagna la protesta di 'Brown & Root, Brown & Root' .
Tra le atmosfere soffuse e jazzate di 'I' ll Show Me' e la cavalcata country western 'Treetop Slim & Billy Lowgrass', nell'iniziale 'Flatland Hillbillies' Crowell insieme agli ospiti Randy Rogers e Lee Ann Womack cantano "vivere ai margini del nulla, non è per i deboli di cuore"
Intanto dentro ai confini di quello spazio, Crowell ha costruito uno dei migliori album americani dell'anno.











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