sabato 5 gennaio 2019

RECENSIONE: LUCA ROVINI & COMPANEROS (Cuori Fuorilegge)

LUCA ROVINI & COMPANEROS-Cuori Fuorilegge (2018)



 “Qualsiasi tipo di viaggio ha influenzato le mie canzoni. Non solo lo stare sulla strada, andare in giro per paesi, osservare la gente, credo in molti tipi di viaggio, c’è quello delle emozioni, quello dell’amore, quello della solitudine e spesso anche quello del dolore. Sono tutti viaggi che ti sbattono in qua e là, ti girano attorno e poi spariscono all’improvviso, magari non li vedi più ma restano dentro di te. Questo succede a tutti. Poi un giorno ti svegli e te li ritrovi lì che vogliono venire a trovarti, da me si materializzano con la voglia di scriverli come canzoni. E’ un viaggio della vita, io ho scelto di raccontarlo così, con una chitarra.”

Rispondeva così Luca Rovini, due anni fa, a una mia precisa domanda: quanto il viaggio ha influenzato la tue canzoni? Con Cuori Fuorilegge conferma di avere fatto ulteriore strada e caricato la valigia di nuove esperienze, tramutate con facilità in parole, tanti km da quel disco Figure Senza Età uscito nel 2017 e ancora di più se guardiamo indietro alla sua storia musicale arrivando fino all’esordio Avanzi e Guai. Se allora sembrava ancora un hobo solitario in cerca dell’angolo giusto dove fermarsi, far riposare le scarpe sporche di terra e polvere e calare il cappello sotto un lampione sul marciapiede, ora lo vedo sicuro sopra le assi di un palco illuminato dalle giuste luci e con lo stivale che batte il tempo sulle assi ma sempre con l'immutato spirito da songwriter solitario e qui la copertina con quella custodia in primo piano è la conferma. La città però è sempre la stessa: non è Pisa, non è nel Texas ma è quella con le vie della coerenza, delle piazze dal cuore sanguinante e delle case piene di passione. Le canzoni sono più ricche, elettriche, guidate dalla chitarra esperta di Peter Bonta , chitarrista americano con il prestigioso e buon passato nelle tasche, dalla batteria decisa di Gary A. Crockett (che ha sostituito Stefano Costagli, purtroppo scomparso prematuramente proprio quando il disco prendeva forma) e dal basso di Andrea Pavani. Tutti insieme formano i Companeros, amici fedeli, musicisti fidati che lo accompagnano su disco e nelle serate, quando porta in giro le sue canzoni che rimangono quel rassicurante piatto caldo cucinato a fuoco lento dove l’America country rock dei fuorilegge bolle insieme alle storie cantautorali della provincia italiana, dove le spezie d’amore (‘Honky Tonk Senorita’) ricoprono il gusto amaro delle falsità e delle bugie dell'umanità (‘Non Mi Avranno Mai’) , dove metafore e realtà ballano sulle stesse note ora affilate, elettriche e incisive (‘Fuorilegge’, ‘Vite di Contrabbando’), per farsi poi malinconiche e amare guidate dal dolce violino di Chiara Giacobbe (‘Al Tavolo di Un Altro’). Viaggia bene Luca: lentamente, ci fa ammirare i grandi spazi nella ballata di apertura ‘Senza Gambe né Parole’, quando accellera ci inebria con una vampata di benzina versata sul caldo asfalto che bolle nel rock on the road di ‘Sei giorni Sulla Via’ (rifacimento di ‘Six Days On The Riad’), ci cattura definitivamente nel finale con la descrittiva ‘Nuda Sull'Aurelia’ che batte le strade del suo idolo Bob Dylan. 12 canzoni di cuore, asfalto e resistenza. Avanti tutta, fino alla prossima fermata.


It's just another town along the road: Luca Rovini-Figure Senza Età & intervista

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