venerdì 23 novembre 2018

JESSE MALIN live@Cohen, Verona, 22 Novembre 2018



JESSE MALIN live@Cohen, Verona, 22 Novembre 2018

 Hey tu che passeggi davanti alla vetrata del locale in questa serata di fine Novembre e sei incuriosito dalla musica che senti provenire dall’interno e dal quel manifesto che recita “a intimate evening with Jesse Malin”, ti ho visto: non esitare, anche se non sai chi sia, entra dentro non te ne pentirai. Perché non c’è bisogno di chiudersi per più di un anno tra le mura di un teatro a Broadway come l’amico Springsteen per creare empatia con il pubblico e raccontare un po’ della propria storia. Il Cohen di Verona, locale fantastico a misura d’uomo, non sarà come un importante teatro o semplicemente un coffee newyorchese ma potrebbe benissimo esserlo questa sera.
Jesse Malin, accompagnato dal bravissimo Derek Cruz alle tastiere e alla chitarra, ha scelto l'intimità acustica per questo giro di date, questa è la seconda dopo Trieste, affrontate con la consueta attitudine di sempre: folk singer e storyteller generoso con l’urgenza ereditata dal punk rock. Si dà completamente al pubblico e viene ricambiato. Intrattiene con un inglese parlato lento e comprensibile (mica è da tutti) raccontando storie personali legate alla famiglia (la cara mamma, lo zio), alla sua New York che musicalmente pare sempre ferma ai quei fine anni Settanta ma che poi deve scontrarsi con la triste attualità politica (“ciao sono Jesse Malin e vengo da Marte” ama ripetere per nascondere la sua nazionalità: la stessa di Trump!), citando e imitando personaggi del mondo della musica (da Lemmy a Dee Dee Ramone fino a Tom Waits) raccontando aneddoti legati ai suoi incontri musicali con Springsteen (la collaborazione per ‘Broken Radio’) e Shane McGowan e allora sotto con i Pogues.


Scende dal palco va al bancone del bar per un brindisi con tutti noi e sciorina la sua carriera musicale solista partita da quel A Fine Art Of Self Destruction (ecco 'Brooklyn' che apre il concerto), prodotto dall'amico Ryan Adams, passando da The Heat ('Hotel Columbia'), dal successo di Glitter in the Gutter ('Black Haired Girl') ai più recenti New York Before The War ('Bar Life') e Outsiders fino a regalare due nuove canzoni che saranno nel prossimo album in uscita nel 2019 e prodotto da Lucinda Williams. La cosa mi stuzzica. È palpabile, Jesse Malin cammina ancora tra le pieghe sempre più ostiche del rock in modo sano e libero. Senza condizionamenti. Con quella ingenua visione da fan che ancora lo attanaglia e che riesce a trasmettere così bene. Gli adesivi incollati sulla sua chitarra parlano chiaro: lui sta lì da qualche parte in mezzo a Johnny Cash, gli Stones e i Bad Brains. Hey amico, sei ancora lì con il naso spiaccicato sulla vetrata? Cosa aspetti ad entrare?


1 commento:

  1. Peccato non esserci stato ma felice di aver letto di questa serata.Forse non tutto è perso nel rock'n'roll e nel mondo delle 7 note.Sono questi outsider che ti danno ancora quella "reason to believe" per trovare ancora in fondo al cuore quella piccola fiamma.Non mi addentro nell'argomento(Bruce a Broadway)...dico solo che alla sua età e da lui non mi aspetto più altro,tanto ha dato e se verrà qualche buon album sarò ben felice di ascoltarlo,senza drammi...Roll on people

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