STEEPWATER BAND Clava ( Diamond Day Records, 2011)
Per chi fosse rimasto deluso (certamente non io) dalle ultime ed insistite puntate, almeno su disco, nel roots "americana" intinto di country-folk dei Black Crowes, gli Steepwater Band da Chicago, attivi dal 1998, sono un ottimo surrogato di adrenalinico southern rock a cui piace jammare in territori psichedelici tanto cari ai primi lavori della band dei fratelli Robinson.
Il nuovo disco Clava, il quinto della loro discografia, è stato registrato a Chicago sotto la regia della stessa band e l'aiuto di Colin Sipos.
Sotto una classica formazione trio, gli Steepwater Band, nascondono tutto l'amore per un suono rock tradizionalista, dove il riff di chitarra, la base ritmica e il volume delle casse al massimo sono ancora tutto quello che necessita per fare musica, legandosi fortemente ai grandi hardrock trio degli anni settanta. I loro show incendiari sono stati recentemente immortalati nel Live at the Double Door (2010) e sono un biglietto da visita di tutto rispetto che ne mette in mostra tutti i pregi.
La compattezza è il loro forte sia nei pezzi tirati che nei brani più cadenzati e d'atmosfera.
Se il precedente album in studio Grace and Melody (2008) prodotto da Marc Ford (ex Black Crowes) aveva ancora tra i suoi solchi le impronte dei primi dischi legati alle lunghe jam, mi viene in mente la lunga Waiting to be Offended, questa volta le composizioni si fanno più snelle e potenti, lasciando le improvvisazioni per i set live e abbracciando la varietà e una vena melodica più marcata.
L'apertura Remember the Taker è un cadenzato blues che emerge dai fumi psichedelici e fai il paio con Won't be Long for Now, dove una voce viziata, un tappeto di tastiere ma soprattutto la chitarra di Jeff Massey (anche voce) è protagonista.(Tod Bowers- basso e Joe Winters- batteria, gli altri componenti).
E proprio la chitarra di Massey è il fulcro della musica della band, presente e protagonista in tutti i pezzi dagli assoli fantasiosi come nel finale di Come on Down, rock dall'andamento funky o alle prese con la slide nel potente hard rock di High and Humble, canzone che emana forti e pesanti umori sudisti.
Tante anime popolano Clava, Out on Love è un velocissimo hard boogie che sfoggia un riff di chitarra al limite del metal (quello vero ed incominato dei primi anni ottanta), mentre Meet in the Aftermath è una canzone quasi radiofonica da airplay americano che fa coppia con Love Never Ends, leggera e debitrice del west coast californiano, ricordando tanto gli Eagles.
Ultima menzione per Bury my Burden Deep, che staccandosi dal resto delle canzoni, nasconde l' amore per certe melodie che sanno tanto di '60.
Musica pulsante e viscerale quella degli Steepwater Band, anche se viene a mancare una certa istintività presente nei precedenti lavori, qui addomesticata ma non così tanto da modificare tutta la loro genuinità e passione.
mica mi son piaciuti molto
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