EDDA Messe Sporche (Woodworm/Universal, 2025)
un diavoletto
"Iniziamo il concerto con una canzone dei No Guru". Esordì così , quasi sottovoce, Edda, mentre con gli occhi tra il pubblico vide una t-shirt del gruppo. La mia. No, non suonerà nulla della band formata dei suoi ex compagni dei Ritmo Tribale insieme a Xabier Iriondo e il compianto Bruno Romani, ma non mancherà, durante e dopo la serata, di ricordarsi di loro, spendendo buone parole e mantenendo intatto il filo che lo collega al suo passato. "Loro sono bravi" aggiunse, quasi come a dire " mica come me".
Era il lontano 2011, era tornato da poco, aveva le nuove canzoni del suo straordinario esordio solista Semper Biot, scritto a quattro mani con Walter Somà, e le scalette le infarciva di cover, ricordo 'Strada' di Finardi, 'Laura' di Ciro Sebastianelli e 'Sogna' dei "suoi" Ritmo Tribale.
Poche settimane fa, e qui torniamo al presente di questo 2025, (quattordici anni dopo!) una nuova reunion live dei Ritmo Tribale si è concretizzata in quel del Legend a Milano, naturalmente in formazione tipo ma senza Edda e quasi in contemporanea ecco arrivare nei negozi (si perché uscito solo in formato fisico, driblando e lasciando a bocca asciutta chi si abbevera di musica liquida! Bravo!) Messe Sporche di Edda, il suo settimo album in studio.
Tutto questo intreccio tra Ritmo Tribale e Edda per dire che Messe Sporche è uno dei dischi più rock e diretti della sua discografia, musicalmente il più vicino alla sua vecchia band, anche se Stavolta Come Mi Ammazzerai non scherzava e insieme al debutto e a Graziosa Utopia rimangono per me i suoi vertici, contornati da altri quattro diversamente capolavori.
Se aggiungete che in questi giorni si sono concretizzate le reunion di Litfiba e CSI, è inevitabile che si stia dipingendo da solo un quadro in tinta amarcord che si spinge al passato per guardare al futuro. Ricordando che una reunion, al giorno d'oggi, non si nega a nessuno, lascio le chiacchiere da Alta Fedeltà ai diretti interessati che certamente ne sanno più di me.
Messe Sporche che si presenta con una copertina alla Fausto Papetti, ideata da Paolo Proserpio e Marta Biasi (dopo le tette di Odio i Vivi mancavano le parti basse), è stato lavorato e arrangiato insieme a Luca Bossi, musicista e produttore, che da anni collabora e lo segue live, costruendo intorno alla sempre straordinaria voce, agli incastri impossibili di parole e melodia, e testi anarchicamente liberi da ogni preconcetto, pieni di rimandi e citazioni "vintage", e intimamente visionari di Edda dove gli "strani" sentimenti fanno a cazzotti con il sesso ("la tua bocca sa di cazzo, adesivo come il sole scioglie il ghiaccio, aggressivo come il sole"), un rock lo-fi diretto quasi da garage band ma che non manca di smarcarsi con intuizioni e voli pindarici. A suonare oltre a Bossi al basso, troviamo l'essenzialità di Alberto Moscone e Simone Galassi alle chitarre, Teo Canali alla batteria, mentre ai fiati di Mauro Ottolini è affidato il compito del disturbo.
Sul lato rock sono buone testimoni canzoni come 'Diavoletto', con la musica a elevare le sfighe della vita, 'Giorni Di Gloria' quando la quotidianità si traveste quasi da inno, quando Gloria è un'amica ma fa lo stesso, la più acida e perversa 'Family Day', il blues pestone di 'Cinque Meno Meno' ("l'uomo che teme il confronto con la donna" dice) e il punk Made in Italy di 'Belisotta' che tanto sarebbe piaciuto a Freak Antoni con i suoi Skiantos, canzone questa che contiene pure uno dei versi must del disco ("stai attento a te, Fedez non è Hegel, però i russi sono de coccio").
Ma non manca il lato intimista, cantautorale e quasi amaro in canzoni come 'Mucca Rossa' che insegue il pop perfetto dal retrogusto sixties, lasciando nel finale due piccole perle intime e nostalgiche come l'acustica 'Ezechiele' (dedica ad un amico dove si chiede: "cambia qualcosa se muore Dalla?") e 'Macchia' la più ardita con il suo crescendo, i suoi fiati e vocalizzi impossibili.
Passano gli anni, i dischi e le canzoni ma Edda continua e rimanere puro e genuino, istintivo, nudo proprio come lo era all'inizio con Semper Biot. Questa è la sua forza. Non toccategliela. Non inquinategliela. Sarà solo quintupliclata nei live imminenti a cui si aggiungeranno Killa alle chitarre e Diego Galeri (ex Timoria) alla batteria.

.jpg)












































