venerdì 7 settembre 2018

RECENSIONE: NOWHERE BROTHERS (Down Life Boulevard)


 NOWHERE BROTHERS  Down Life Boulevard (autoproduzione, 2017)







fratelli si diventa
Basterebbe la bella storia di amicizia che si cela dietro alla realizzazione delle dieci canzoni che compongono il debutto del duo NOWHERE BROTHERS, per capire quanto amore per la musica serpeggi nelle loro vite. Nicola Ventolini (voce e armonica) e Roberto Fiorelli (voce, chitarra, piano e stomp) sono due amici italiani, i percorsi della vita li hanno portati a vivere a molta distanza l’uno dall’...altro: Roberto abita in Arizona, Nicola in Inghilterra. Il punto d’incontro è ben focalizzato in questo disco fatto di poco, registrato a Phoenix con la strumentazione ridotta all’osso, ma ricco di sentimenti e presentato in modo eccellente (testi cantati in inglese con traduzione in italiano nel libretto) e che ha nella canzone 'Nowhere Brothers' che apre il disco il passaporto per l'intero progetto. "Fratello Imbraccia la slide… “ cantano.
Folk americano costruito su chitarre acustiche e slide, armonica, voci e poco altro. Possiamo incontrare lo Springsteen dolente di Nebraska, il folk del primo Dylan, la scena grunge dei 90 nella veste spoglia ed unplugged (Alice In Chains, Eddie Vedder e Mark Lanegan), i songwriter americani di frontiera vecchi (Ry Cooper, Tom Russell, John Hiatt) e più recenti (Ryan Bingham, Thom Chacon). Si calpestano i territori aridi e desertici una volta appartenenti ai nativi americani (‘Stillness’), si respira aria di libertà (‘Bearing Your Name’), c’è il rifiuto verso l’oppressione dell’omologazione imposta dalla società (‘Dustwalker’), la ricerca della pace interiore (‘Peace’). L’estate volge al termine ma credo sia questo il momento migliore per salire in macchina al tramonto, abbassare il finestrino e godersi i 35 minuti di questo prezioso, piccolo disco, andando incontro alla notte e a quella luna che difficilmente si farà prendere-fortunatamente-continuando a farci sognare ancora un po'.






 

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