mercoledì 18 gennaio 2017

RECENSIONE: CHRIS STALCUP & THE GRANGE (Downhearted Fools)

CHRIS STALCUP & THE GRANGE-Downhearted Fools (Dirtlegs Records, 2016)



Mi è entrato in casa solo ora, ma Downhearted Fools di CHRIS STALCUP con i suoi THE GRANGE, uscito nel 2016, mi ha fatto lo stesso effetto di Traveller di Chris Stapleton nel 2015: buono alla prima. Se osservate la foto di copertina che pare lo scarto di un quadro di Hopper, e liberate tutto il vostro immaginario legato all’America più nascosta, lavoratrice e silente, otterrete pure il contenuto. Aggiungete tutto quello che può starci dentro tra Gram Parsonsm i Drive-By Truckers, Steve Earle e Ryan Bingham e il gioco è quasi fatto. Un disco di storie ordinarie e di realtà di provincia poco eccitante, in bilico tra country e rock’n’roll, tra strade e amori finiti, tra la lentezza della malinconica quotidianità e gli scatti pigri ma repentini rivolti ad una promessa di futuro migliore ma solo immaginario nei fatti. Un disco che non rivoluzionerà un bel nulla ma che cattura morbosamente come farebbe l’insegna di quel Motel in copertina, quando, dopo aver viaggiato tutta la notte per le strade della Georgia, si è in cerca di un rifugio temporaneo, ma comunque sicuro. Almeno per una notte. Si mette la freccia, si spengono l’autoradio e le luci, e si parcheggia davanti all’entrata. Intanto un altro giorno è quasi passato. Nuovamente.




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