venerdì 22 febbraio 2013

RECENSIONE:NICK CAVE & THE BAD SEEDS (Push The Sky Away)

NICK CAVE & THE BAD SEEDS- Push The Sky Away (Bad Seed Ltd, 2013)

Ho chiuso gli occhi per vederci meglio. Ci ho provato, posando con forza i pneumatici dell'automobile sul tappeto di velluto: nessun stridore, nessuna buca, nessun ostacolo, tutto liscio e regolare. Mancava qualcosa. Gli Occhi erano inevitabilmente sempre aperti, vigili e non andava bene. Bisogna chiudere gli occhi per apprezzare a pieno regime il nuovo album di Nick Cave. Bisogna concentrarsi e prendersi un po' di prezioso tempo. Ne vale la pena.
I lupi digrignanti e feroci del progetto Grinderman e dell'ultimo poco riuscito album a suo nome, Dig!!! Lazarus Dig!!! (2008), figlio di quella parentesi sonora lasciata (forse) alle spalle fanno capolino solamente in Higgs Boson Blues, dove tentano di lacerare la candida tenda che avvolge Push The Sky Away, lo fanno senza strappi improvvisi ma con un crescendo chirurgicamente malefico che provoca ancora più dolore. Un blues guidato dal pianoforte e invaso da chitarre, scarnificato e dolente che si nutre tanto del discusso bosone di Higgs (particella di Dio) individuato al Cern di Ginevra, quanto del povero Robert Johnson chiamato sempre in causa quando si cita lucifero e impassibilmente fermo da anni a quel crocicchio con la sua chitarra da dieci dollari in grembo, quanto della innocua eroina (non quella, ho detto innocua!) waltdisneyana Annah Montana (forse qui c'è lo zampino suggeritore dei figli  dodicenni?) per cercare risposte alla più alta delle domande esistenziali. Canzone/figlia ritrovata che sembra emergere da quella spiaggia desolata che Neil Young frequentò per una sola stagione, seppellendo gli incubi di giorni favorevoli per l'ispirazione artistica, meno per la vita in sè.
Il velluto della tenda (che poi, guardando bene la copertina, in casa Cave a Brighton, nemmeno esiste) avvolge tutto il resto, ovatta, smorza i toni e affievolisce i suoni. Tutto aleggia e fluttua leggero come mai prima nei suoi dischi. Un punto a favore per chi riesce a muoversi in nuove direzioni dopo più di trent'anni di carriera. Non rientrerà tra i suoi indiscussi capolavori figli del malessere giovanile, rimarrà nel limbo dei dischi di passaggio, ma è un disco che ha il suo carattere distintivo. Unico. Sfuggente come l'acqua tra le mani, verrebbe da dire.
Cave penetra a fondo con la forza delle parole e della voce come solo Leonard Cohen e Lou reed potrebbero fare meglio, quando racconta degli impossibili, morbosi intrecci amorosi nel minimale crescendo sinfonico di Water's Edge. Un disco lirico ed essenziale che spesso mi ha ricordato Blues Funeral  dell'ultimo Mark Lanegan. Poche virgole ad interrompere un flusso musicale che potrebbe essere univoco e continuo, dall'inizio alla fine dei 43 minuti.  Dall'iniziale mantra liquido, languido e ipnotico di  We No Who U R   alla messianica title track che chiude inquietantemente il disco. Warren Ellis sembra l'unico autorizzato ad entrare nelle canzoni con interventi delicati e misurati con qualunque cosa abbia sotto mano: loops, synths, violini,viole, flauti. Il resto dei semi è poco cattivo e incisivo, si limita ad accompagnare: Martiyn Casey al basso, Thomas Wylder alla batteria, Jim Sclavunous alle percussioni, Conway Savage ai cori, più qualche ospite e tante backing Vocals femminili, quelle sì, massicciamente presenti nel raddoppiare e amplificare le voci, tra cui il coro dei bambini di Ecole Saint Martin di Saint-Remì di Provenza nel sud della Francia, luogo dove è stato registrato il disco con la produzione di Nick Launay. Per la prima volta senza la presenza di Mick Harvey.
La sua musa, la moglie Susie Bick, viene prima esposta nuda nella splendida e spoglia copertina che sembra riprendere l'algida white room a Tittenhurst Park (Berkshire) riempita dalla presenza di John Lennon e Yoko Ono  tra il '69 e il '71. Lì c'era un pianoforte a fare arredamento, qui nemmeno quello. Poi la riveste e la mette al centro della sua attenzione, protagonista in mezzo ad una strada sotto sguardi curiosi e compiacenti, i suoi in primis, in Wide Lovely Eyes.
"Your dress size with your wild lovely strides/ And all along the street and lately the stories abound/ They've dismantled the fun fair and they've shut down the rides/And they've hung the mermaids from the streetlights by their hair/And with wild lovely eyes you wave at the sky/ And me at the high window watching the ride/ The waves of blue and the waves of love/ You wave and say goodbye".
La strada "viziosa" potrebbe essere la stessa che Cave osserva e frequenta nel crescendo di archi in Jubilee Street, tra gli indiscussi capolavori dell'album e accompagnata da un bellissimo video, già censurato, canzone che genera legittimamente una sorella, la percussiva e minimale Finishing Jubille Street, dove Cave si limita a parlare, raccontandoci del profondo sonno che lo ha colto dopo la stesura di Jubille Street, affidando il canto dei suoi sogni alle voci femminili. Il gioco dei contrasti di tutta una carriera ritorna prepotente in Mermaids, la più orecchiabile e melodica nel chorus, quasi bowiana, tra un Dio mai ascoltato e il vizio proibito travestito da sirena.
"I Believe in God/i believe in mermaids/i believe in seventy-two virgins/on a chain why not why not/i believe in the rapture/for i have seen your face/on the floor of the ocean/at the bottom of the rain".
Si scrive ancora Nick Cave & The Bad Seeds ma si legge Nick Cave & Warren Ellis, come abbiamo fatto tante volte in questi ultimi anni. Poco diverso dall'essere la colonna sonora di un film mai scritto e sceneggiato se non già presente nei sogni proibiti di Cave, indotti all'incubo dalla cruda contemporaneità esaustiva di una wikipedia sempre aperta (We Real Cool) che il nostro contempla, analizza e sbeffeggia con i suoi vizi.

vedi anche RECENSIONE: NICK CAVE & WARREN ELLIS- Lawless(original motion picture soundtrack) (2012)



vedi anche RECENSIONE: MARK LANEGAN-Blues Funeral (2012)




vedi anche RECENSIONE: EELS-Wonderful,Glorious (2013)




vedi anche RECENSIONE: DEPECHE MODE-Delta Machine (2013)




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