giovedì 14 febbraio 2013

RECENSIONE: EELS (Wonderful,Glorious)

EELS  Wonderful, Glorious ( E Works Records, 2013)

Con un po' di fervida fantasia potremmo immaginare mister E davanti alla home page di Facebook, solo, a tarda sera in pigiamone a righe e ciabatte di peluche mentre con una mano posa la sigaretta, si aggiusta gli occhiali, si gratta la barba-da qualche giorno accorciata- e con l'altra impugna il mouse, impegnandosi nel rispondere all'insopportabile domanda che ogni giorno viene propinata all'accensione del computer: "ciao Mark Oliver Everett come va oggi?" E lui che risponde: " fino all'altro ieri male, da qualche tempo meglio, grazie. Comunque lo puoi capire anche dai miei dischi, sono il vero specchio della mia anima, la cartina al tornasole dei miei umori. Ho superato tutti i lutti che mi hanno toccato. Ora voglio vivere la vita, gli affetti, l'amore con più leggerezza. Non è così facile come sembra, ma ci provo. Ora è tardi devo andare a dormire, però domani, per piacere, non farmi ancora la stessa domanda, ascolta il mio nuovo disco Wonderful, Glorious, lì trovi tutte le risposte che vuoi." Mister E frequenterà veramente i social network?
Un disco nato dall'esigenza di staccarsi dalle rassicuranti abitudini degli ultimi dischi (quelli della trilogia), di uscire dallo stesso studio di registrazione occupato per anni, di correre incontro alla gioia, ai colori, alle nuove albe piene di speranze e buoni propositi dopo aver trascorso fredde notti, come canta nel singolo Peach Blossom: ( "Open the window man, and smell the peach blossom,the tiger illy, the marigold") e ben raccontato dal video che lo accompagna. Il precedente Tomorrow Morning (2010) era l'alba del nuovo giorno, Wonderful, Glorious è il proseguo della giornata.
Nuovo studio di registrazione, in California, fresco metodo di scrittura dei pezzi che coinvolge per la prima volta così massicciamente tutta la band, "la migliore che abbia mai avuto", dice lui. Difficile anche dargli torto dopo averli visti nel tour del 2010, a presentazione della trilogia. Un gruppo affiatato (The Chet, Kool G Murder, P-Boo, Knuckles) e dannatamente ruspante con un tiro blues/garagista che ha lasciato pochi prigionieri in quella serata milanese.
La parabola degli EELS segue in modo parallelo e speculare la vita di E: è partita dall'abisso più nero e con gli anni si è avvicinata sempre più, risalendo, verso la superficie dei colori. E' passata dai funerali, dagli electro shock blues, all'esaltazione dei metodi di guarigione medico-farmaceutici più disparati all'esplosione di nuovi alfabeti in grado di riscrivere la vita, che stacchino da tutto quello che era il passato, che diano un nuovo via alla riscossa come canta in New Alphabet : ("You know what?I'm in a good mood today/well I'm so happy it's not yesterday/man it was brutal but it's in the past...").
Su tutto il disco aleggia il sentimento dell'amicizia, spesso relegato a comprimario anche quando si vive un amore importante o ci si lascia distrarre troppo dal resto della vita, ma sempre vincente sul lungo percorso dell'esistenza. E è arrivato, alla soglia dei cinquant'anni, in quel punto della strada dove ha incrociato l'importanza degli affetti che lo circondano e lo vuole condivere con i suoi fan come ha sempre fatto anche in passato nei momenti down: Stick Togheter , You're My Friend lasciano poco spazio alla nostra immaginazione su quale siano i sentimenti prevalenti ora.
Se la vera novità per i fan è la gioia ritrovata nei testi, musicalmente c'è poco di nuovo e rivoluzionario, ma tutto il campionario di quello che ci ha sempre regalato negli ultimi dischi: blues scarnificato puntellato di elettronica (Bombs Away), fuzz/rock/blues chitarristici (Peach Blossom, Open My Present, Stick Togheter), funk/pop costruiti come solo i fratelli Wilson avrebbero fatto da una spiaggia nei '60 (Wonderful, Glorious), folk/country acustici (On The Ropes), notturni e tranquilli mantra esistenziali (Turnaround, True Original) e pop elettro psichedelici (Kinda Fuzzy). Un giro divertente intorno al pianeta musica, forse non più innovativo come poteva esserlo agli esordi nel seminale indie/pop Beautiful Freak (1996) o nel monumentale Blinking Lights And Other Revelations (2005), ma sempre onesto, ben costruito e di buon gusto.
Notevole, infine, l'edizione deluxe con un ricco disco in più: 5 nuove canzoni in studio (4 escludendo l'intro parlata), tra cui spiccano Your Mama Warned You, il country lo-fi di I'm Your Brave Little Soldier e l'electro/fuzz di Happy Hour (we0re Gonna Rock) più  8 registrazioni live (4 elettriche dal tour 2011 e 4 acustiche dal Live At Kexp) .

vedi anche RECENSIONE: EELS live, Alcatraz, Milano , 15 Settembre 2010



vedi anche RECENSIONE: DEPECHE MODE: Delta Machine (2013)



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