lunedì 22 ottobre 2012

RECENSIONE: THE PROCLAIMERS (Like Comedy)



THE PROCLAIMERS  Like  Comedy  ( Cooking Vinyl, 2012)

Per chi li segue attentamente fin dall' esordio This Is The Story (1987), la vera novità risiede in copertina: per la prima volta i due fratelli Reid non sono raffigurati in foto con i tipici occhiali da nerd (o da Buddy Holly se preferite), bensì sostituiti da una classica mascherina da teatro. E dire che la loro doppia figura fu uno tra gli elementi caratterizzanti e di curiosità che li fece spiccare nell'inflazionato panorama pop britannico di metà anni ottanta. I Clash non c'erano più, e il video di Letter From America, con le immagini dei due biondi fratelli immersi nelle verdi campagne scozzesi che si inframezzavano con quelle in bianco e nero degli emigranti che attraversavano l'oceano in cerca di fortuna, erano una rarità (condivisa con The Smiths e Housemartins), in mezzo a tante acconciature cotonate e vestiti colorati. Due mosche bianche poco appariscenti che finirono per brillare e farsi notare, pur se una breve stagione. Mentre new wave e pop da classifica continuavano ad imperversare, in Scozia, i due gemelli Craig e Charlie Reid imbracciavano le chitarre acustiche e come un Woody Guthrie allo specchio e seguendo la strada aperta da Billy Bragg iniziarono a suonare folk e cantare la loro personalissima protesta. Con l'aiuto prima di Kewin Roland, poi degli Housemartins iniziarono ad uscire da Edimburgo e far conoscere il loro verbo, costituito da canzoni che rivendicavano l'indipendenza della patria natia, senza risparmiare stoccate al Regno Unito, ma anche di sentimenti ed emozioni, senza mancare mai di sarcastica ironia. Folk britannico e americano, acustico ed elettrico uniti, con il tempo sempre più saldamente, armonie vocali cantate con il tipico accento scozzese, che diventerà presto oggetto di scherzo e scherno da parte dei saccenti vicini di regno. Qualche hit ben piazzata: la già citata Letter From America, la trascinante I'm Gonna Be(500 Miles) che sicuramente qualcuno avrà ascoltato nella colonna sonora di Shrek senza riuscire a dare un volto ed un nome agli interpreti, o ancora I'm On My Way dal secondo disco Sunshine On Leith (1988) ed uno stile che con il tempo si affina sempre più, direttamente ad una popolarità internazionale che va piano piano scemando, rimanendo altissima solamente in Scozia.
I Proclaimers non hanno mai smesso di registrare dischi, Like Comedy è il nono album e arriva dopo due prove interessanti come Life With You( 2007) e Notes & Rhymes (2009), arrivando anche a toccare il ragguardevole traguardo dei 25 anni di carriera. Like Comedy gioca spesso di fino nelle sue dodici tracce, facendo prevalere il carattere più sofisticato del loro songwriting, conseguenza della loro maturità musicale e di vita (quest'anno si sono spente le 50 candeline), divenendo, forse, il loro disco più blando e meno diretto in carriera. Niente più stoccate velenose ma canzoni d'amore, con qualche eccezione  folk/rock come la trascinante apertura Whatever You've Got, veloce e memore dei vecchi tempi, o come la rockeggiante The Throught Of You con il prezioso aiuto alla chitarra elettrica del produttore Steve Evans (anche al pianoforte). Il folk lascia spazio al sentimentalismo di mezza età, all'amore, all'evocazione del tempo che toccano quasi tutte le composizioni, giocate spesso sul pianoforte e sui toni morbidi degli archi come in Simple Things o There's. Non mancano comunque i pezzi di rilievo e bravura come Spinning Around In The Air con le loro tipiche ed inconfondibili armonie vocali che emergono prepotenti, la sognante After You're Gone,  l'esuberanza compositiva di Women and Wine o la scarna teatralità di I Think That's What I Believe per sola voce, chitarra acustica e pianoforte.
Nella limited edition, come da tradizione da alcuni dischi, un bonus CD con cinque canzoni registrate live al SECC di Glagow nel Novembre del 2009, tra cui spicca My Old Friend The Blues, cover di Steve Earle, comparsa per la prima volta su Sunshine On Leith  
Non esattamente il disco da consigliare a chi si avvicina ai due fratelli Reid per la prima volta, ma un disco che in modo onesto porta avanti una carriera che non ha mai fatto uso di sensazionalismi per emergere. Ai gemelli Reid la loro piccola Scozia non è mai andata stretta-chissà quanta felicità a sapere che nel 2014 si farà uno storico referendum per l'indipendenza della Scozia-, anche se musicalmente hanno sempre sognato l'America.  
E se qualcuno (l'attore inglese Matt Lucas) disse "... Sunshine On Leith mi dice più della mia vita e di come mi sento di quanto Morrisey e Cobain abbiano mai scritto" un motivo ci sarà.




1 commento:

  1. E' davvero un piacere leggere le tue recensioni. Mi sento della grandezza di una formica quando leggo il tuo BLOG e lo paragono al mio. Sarei davvero felice di ospitare uno dei tuoi Best Post nel mio BLOG. Presto avvierò un nuovo progetto nel Centro Europa e mi piacerebbe se da questa piccolo seme potrà nascere una grande collaborazione. Complimenti per il tuo BLOG e per tutto quello che fai..ti leggo sempre!

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