sabato 16 luglio 2011

RECENSIONE: GENERAL STRATOCUSTER and THE MARSHALS

GENERAL STRATOCUSTER and the MARSHALS ( Rock Over Horus Records , 2011)


Prima di lasciare che l'affascinante fruscio della puntina appoggiata al vinile si trasformi in musica e ci travolga , è bene sottolineare quanto il debutto del supergruppo italiano General Stratocuster and the Marshals (ebbene sì anche in Italia abbiamo il nostro supergruppo di "vintage" rock)sia tra le più genuine uscite di puro e semplice rock uscito dai nostri confini negli ultimi anni, in compagnia dei friulani W.I.N.D.
Alla larga pseudo alternativi e viziati cantastorie salottieri in libera uscita, i General Stratocuster & the Marshals sono quanto di meglio si possa chiedere ad una band che suona rock'n'roll e non date retta a chi, invidioso, vi dice che sono derivativi, l'intera storia del rock lo è. Punto e a capo.
Nati come semplice svago da parte di esperti musicisti, vogliosi di jammare insieme nei tempi liberi in giro per gli scantinati di Firenze, il progetto ha preso forma e coraggio con la partecipazione a Pistoia blues 2010(esperienza replicata anche quest'anno) fino ad arrivare alla stesura dei dieci pezzi (più una cover) di questo debutto.
Un vero e proprio atto d'amore verso gli anni in cui al rock bastavano una chitarra ed un amplificatore(da qui l'originale nome) per dire tutto e far sognare. Dietro al monicker si nascondono l'esperienza del chitarrista Fabio Fabbri (Mr.General Stratocuster), il cantante Jacopo Meille (attuale vocalist dei britannici Tygers of Pan Tang, tra i primi esponenti della NWOBHM sul finire degli anni settanta, insieme a Iron Maiden e Saxon) , l'italo-americano Richard Ursillo al basso(ex componente di vari gruppi progressive degli anni settanta tra cui i Campo di Marte) e il batterista dei Bandabardò, Alessandro "Nuto" Nutini.
Quando la calda polvere americana del southern/country rock si sparge lungo le verdi vallate dell'hard rock/blues britannico finendo la sua corsa lungo gli argini dell'Arno. Una corsa verso la libertà musicale e di vita nel manifesto di Highway, con la voce di Meille che si staglia sopra tutto come il miglior Plant, il pianto blues di Little Miss Sunshine o della bella Great Ol' Times Blues, canto da saloon tra slide e pianoforte, il trascinante rock'n'roll di All Because of you con uno splendido riff di chitarra stoniano e la quadrata apertura affidata al rock di Gift & Gold.

Tra polvere di sabbia, whiskey e ruote bollenti sull'asfalto, una sosta, sdraiandosi nell'immensa distesa verde a contemplare il cielo è necessaria, cullandosi con Who's to blame e Today & Tomorrow ballate acustice, melodiche e sognanti , per poi ripartire all'ora del rosso tramonto sulle note southern, degne dei migliori Black Crowes, di Sweet Candy e della cover Fortunate son dei Creedence Clearwater Revival di John Fogerty, riletta in modo originale e divertente.
La giornata è terminata, il disco pure, domani è un altro giorno da vivere e il fruscio della puntina può ripartire ancora una volta...Grande passione.

3 commenti:

  1. Che chicca questa!!!!! Non li conoscevo!!! grande!!!!

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  2. Per me sono stati una bellissima scoperta! Ero al Pistoia Blues quest'anno e ho potuto ammirare la loro bravura... Avete visto il video del singolo 'Today and Tomorrow'? http://www.youtube.com/watch?v=QI2XwOYrWDU

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  3. dal primo ascolto ho perso la testa per questa band .. bravissimi

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