venerdì 8 aprile 2011

retroRECENSIONE: KEITH CAPUTO (Died Laughing)

KEITH CAPUTO Died Laughing (Roadrunner Records,2000)

In questi giorni mi sono perso nell'ascolto del primo disco solista di quel piccolo grande personaggio di nome Keith Caputo. Ai piu' il suo nome dirà poco o nulla, a qualcuno ricorderà essere il nome del vocalist di un gruppo dagli esordi Metal-core di New York, i "Life Of Agony", un po' i figli minori dei piu' fortunati "Type O Negative".

Uscito nel 2000 rappresenta il primo disco solista della sua carriera a cui faranno seguito altre tre uscite, aprofittando dello scioglimento della band madre ritornata nel 2005 e tuttora attiva. Nei suoi lavori solisti Caputo prende totalmente le distanze dal suono della band newyorchese preferendo suoni acustici e intimistici. Poche schitarrate quindi ma molte ballad malinconiche e spesso minimali con testi spesso autobiografici.
Keith Caputo è figlio di una adolescenza da non augurare a nessuno.
Figlio di genitori distrutti e sconfitti dall'eroina, Keith si è dovuto costruire una vita da solo con le proprie forze e nella musica ha trovato una via di uscita ed una risposta al suo vivere. Dotato di una delle migliori voci che il rock abbia partorito negli anni novanta, Caputo sfoga la sua rabbia e i suoi pensieri d'esistenza in queste dodici canzoni mature e mai urlate.

Con i Life Of Agony , Caputo urla la sua rabbia, da solista cerca di scavare nell'anima facendo uscire perle come la stupenda "Razzberry Mockery", canzone che avrebbe meritato di più. Ballad che ti si stampa in testa con la descrizione amara della sua triste infanzia negata da certe cose che in età adulta o abbracci con rassegnazione o tieni lontano con tutte le tue forze ancor di più se queste hanno tolto di mezzo la vita dei tuoi genitori.
Poco rock in questo disco, dicevo, giusto l'iniziale "Honeycomb" e le finali "Lollipop" e "Upsy Daisy". Canzoni dal forte sapore grunge e unici pezzi dove compaiono chitarre elettriche. Ad un martire del grunge è poi dedicata la quasi jazzata "Cobain (Rainbow Deadhead)", quasi a voler accumunare la sua vita a quella di Cobain. Ma Caputo non arriverebbe mai a certi compromessi con la vita, la sua voglia di esserci traspare da tutte le tracce e a vederlo non si può provare che ammirazione e simpatia per quest'uomo minuto e quasi buffo dotato di una voce unica.

Nell'ascolto del disco vengono a galla certi amori di Caputo per la west coast californiana come in "Selfish", "New York City", "Home" o per i Beatles psichedelici come in "Just Be" e "Brandy Duval" dove l'uso di strumenti ad arco e orchestrazioni fanno la loro comparsa. Disco in tutto e per tutto intimista che ti entra dentro poco a poco, suonato con passione dall'inizio alla fine, bandito l'uso dell'elettronica a favore di veri strumenti a rendere il tutto più caldo e avvolgente.
Uscito per la Roadrunner, etichetta anche dei Life Of Agony, ai tempi, passò quasi del tutto inosservato così come quasi è sconosciuto Keith Caputo, talento non ancora compreso. Di lui si sono però ricordati i suoi amici musicisti. Possiamo così trovare Caputo nelle backing vocals del fortunato Bloody kisses degli amici Type O Negative (a cui i Life Of Agony sottrarranno il batterista Sal Abruscato), oppure a duettare nel singolo dei gothmetallers Within Temptation "What have you done". Non si è dimenticata di lui nemmeno la Roadrunner che lo chiamò insieme ad altre decine di artisti per la compilation fatta per festeggiare i 25 anni dell'etichetta. Caputo scrisse le lirics e suonò il piano nella canzone "Tired'n'lonely".
Ora sta a voi scoprirlo se già non lo conoscete.

In Origine su Debaser.it http://www.debaser.it/recensionidb/ID_27958/Keith_Caputo_Died_Laughing.htm

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