la caverna del musicista
Enrico Ruggeri con questo album ci fa capire quanto la vecchia guardia cantautorale italiana quando ci si mette sappia fare ancora la voce grossa nel panorama un po' asfittico della musica italiana odierna . Il problema sembra che predichi un po' nel deserto: Fossati si è chiamato fuori, De Gregori celebra solo più il passato in tour... Quasi facile uscirne vincitore con almeno un poker, forse più, di canzoni di altissimo livello: 'Gli Eroi Del Cinema Muto', 'Il Poeta', 'Zona Di Guerra', 'La Bambina di Gorla', 'Il Problema', 'La Caverna di Platone', 'Le Notti Di Pioggia'. Un disco a suo modo politico (l'attacco a un Europa che doveva essere ma non è in 'Das Istmir Wurst' sembra chiaro), che se ne fotte un po' di tutto, viaggiando libero tra realtà, passato, poesia e l'oggi, cose che hanno sempre contraddistinto il suo cammino artistico. Prendendo pure posizioni scomode, a volte criticate ma seguendo sempre il libero pensiero, quello che canta nel 'Il Poeta': "il libero pensiero ha un prezzo da pagare".
C'è molto bisogno di qualcuno che sappia mettere in fila le parole, dosandole, senza shakerarle a cazzo. Un disco suonato (c'è l'antico chansonnier, il rock, l'elettronica, il pop) e chi ha visto ultimamente dal vivo Enrico Ruggeri sa quanto sia ancora importante per lui l'impatto live degli strumenti. Nelle note di copertina, tra l'altro bella come tutto il packaging (contano anche queste cose oggi in epoca di streaming selvaggio), ci tiene a precisare, con un filo di ironia, che non è stato utilizzato l'autotune (e recentemente non le ha mandate a dire a chi di dovere). Far suonare una band è basilare.
È un po' il personaggio del momento Ruggeri: in TV sta portando cose di peso nella sua trasmissione Gli Occhi Del Musicista, è rispettato dai musicisti ospiti, lui rispetta la buona musica spesso invisibile in palinsesti sbilanciati sui talent e ora questo album che a pochi giorni dalla beffarda scomparsa di Paolo Benvegnù sembra oro che luccica per chi cerca ancora emozioni da quell'antico mestiere di saper metter giù storie musicandole. E 'La Bambina di Gorla' dedicata ai 184 bambini uccisi nella strage della scuola elementare di Milano nel 1944 valga per tutte. Un bel disco che serve da matti a quest'epoca tarata, un po' in tutti i campi, verso il basso.
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