sabato 23 marzo 2024

RECENSIONE: ROD STEWART With JOOLS HOLLAND (Swing Fever)

 

ROD STEWART With JOOLS HOLLAND  Swing Fever (Warner, 2024)




stasera si balla

Da qualche settimana è uscito questo disco e ne ho letto pochissimo in giro.

Potrei dire: mi sacrifico io ma non lo dico perché è stata una piacevole sorpresa. Sottotitolo: Rod Stewart insegna a Bruce Springsteen come fare dischi di cover che funzionano. Da qualcuno verrò fustigato ma il risultato finale parla chiaro. Basta avere orecchie.

E qui non c'entra il repertorio pescato dal passato ma l'attitudine e l'esecuzione. L'approccio alla materia, i musicisti coinvolti, la registrazione. Il tutto parla di un buon due a zero a favore di Rod.

E dire che le cinque uscite Great American Songbook che hanno monopolizzato i primi dieci anni degli anni duemila vedendolo alle prese con canzoni impolverate e orchestra non erano di buon auspicio: troppo laccate e patinate, a tratti noiose. Forse solo troppe.

Invece si scopre che questa volta l'approccio è differente: serpeggia divertimento, la Rhythm and Blues Orchestra, la big band messa in piedi con Jools Holland, pianista sessantaseienne, dal 1992 conduttore e showman televisivo di Later sulla rete BBC2 ( lì è avvenuto l'incontro con Stewart) con un passato negli Squeeze, è completa di chitarristi, batteria, basso, fiati, coriste e pure ballerini di tip tap.

E pensare che poteva finire peggio, sentendo Rod Stewart: "ho iniziato a realizzare questo album a Los Angeles. Non stava andando come volevo. Era un po' troppo educato. Avevo bisogno di qualcuno con un po' di grinta e mi è venuto in mente quest'uomo. Sapevo tutto del suo passato".

Partito prevenuto, invece eccomi qua a dirvi che qui dentro ci si diverte alla grande e Rod Stewart e Jools Holland si dividono bene i meriti: Stewart, 79 anni, mette la sua voce sempre più logora e vissuta ma ancora dignitosa e capace di caldi abbracci per interpretare standard swing vecchi di un secolo, cose interpretate a suo tempo da gente come Bing Crosby, Doris Day, Billie Holiday e Frank Sinatra, Jools Holland aggiunge quell'esuberanza che mancava ai tanti volumi Great American Songbook. I due hanno scoperto che oltre alla passione per i treni (veri e modellini) sono cresciuti con la stessa musica.

Un disco che sbuffa come un treno in corsa, senza tempo per lenti e ballate: Stewart si lancia in uno scat con 'Oh Marie' di Louis Prima, 'Good Rockin' Tonight' è puro pre rock'n'roll già coverizzato ai tempi da Elvis. 'Love Is The Sweetest Thing' ha il ritmo ska giamaicano, il jazz esce da 'Frankie And Johnny'.

Approccio live su irrefrenabile boogie woogie, jump blues e R&B ('Tennessee Waltz'). Nell'iniziale 'Lullaby Of Broadway' ci sono pure dei danzatori di tip tap. Jools ricorda: “Rod voleva lasciare uno spazio per i ballerini di tip tap, ho detto che avremmo usato i sintetizzatori ma lui mi ha risposto: 'Non voglio nessuna sciocchezza dal sintetizzatore, voglio ballerini di tip tap!'”.

Tutti contenti.







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