sabato 8 luglio 2023

JASON ISBELL and the 400 UNIT (Weathervanes)

 

JASON ISBELL and the 400 UNIT  Weathervanes (Southeastern, 2023)



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A Settembre uscirà una nuova versione di Southeastern, il disco crocevia della sua carriera uscito dieci anni fa. Un disco bellissimo, uno dei migliori di questi anni duemila, salvifico, di autoanalisi, che lo proiettò verso una nuova carriera, dopo la parentesi dentro ai Drive-By Truckers, che non ha conosciuto soste se non quella imposta dalla pandemia. Fu il disco della ritrovata sobrietà dopo una parentesi di vita che lo mandò allo sbando. In mezzo Jason Isbell ha continuato a incidere dischi come solista e con i suoi 400 Unit (Derry deBorja, Chad Gamble, Jimbo Hart e Sadler Vaden) portandosi a casa una valanga di Grammy e quell'attestato di stima di David Crosby  "Jason è tra i migliori songwriters di questi tempi" che oggi dopo la dipartita del buon Croz sembra assumere ancor più valore.

A conferma questo nuovo Weathervanes, un disco pieno di belle canzoni che sanno guardare in faccia i tanti problemi della sua America (in 'Save The World' volge lo sguardo a una piaga sempre d'attualità come le sparatorie nelle scuole americane), in 'Death Wish' e  'Middle Of The Morning' affronta senza remore il peso delle malattie mentali, delle dipendenze ('King Of Oklahoma') e in generale scava ancora dentro se stesso e fruga tra le pieghe dei sentimenti con una scrittura sempre brillante e mai banale. L'aborto di 'White Beretta' lo tocca da vicino (" è una canzone molto personale, e ho usato molti dettagli personali. Tra le altre cose, parla di interrompere una gravidanza").

 Sostanzialmente un disco di ballate, ariose, con la brezza del sud a spingere, prodotto da lui stesso dopo il lungo sodalizio con Dave Cobb, dove il violino della moglie Amanda Shires è spesso presente a cucire dolenti note ('King Of Oklahoma', 'If You Insist'). Ci sono alcune concessioni alla solitudine da folk singer (la bella 'Strawberry Woman', 'Cast Iron Skillet') e al country in 'Vestavia Hills' con una slide evocativa, ci sono gli archi che arricchiscono 'Volunteer', e poi qualche scatto più elettrico come succede in 'When We Were Close' e nell'accoppiata finale composta da 'This Ain't It' e dai sette minuti di 'Miles', una cavalcata che sembra avere Neil Young e i Crazy Horse voce mentori, evocativa quanto basta per misurare tutti quei kilometri che spesso ci separano dagli affetti più cari."È una specie di viaggio epico  quella canzone. Mentre eravamo in studio, l'ho chiamata Neil Young e Wings".

Nella canzone  che apre il disco Isbell canta: "tutti muoiono ma devi trovare un motivo per andare avanti", credo che questo disco potrebbe essere quel motivo, prenotandosi già da ora un posto tra le migliori uscite americane dell'anno.





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