giovedì 30 agosto 2012

RECENSIONE: NICK CAVE & WARREN ELLIS ( Lawless-original motion picture soundtrack )

NICK CAVE & WARREN ELLIS   Lawless-original motion picture soundtrack  ( Sony Music, 2012)

A leggere le varie recensioni del lungometraggio presenti sul web, sembra che la colonna sonora batta il film, ai punti. Non posso dirlo con assoluta chiarezza avendo a disposizione solamente la musica, ma una volta ascoltata, lo si può immaginare ed ipotizzare, vista l'alta qualità della soundtrack.   
Lawless del regista australiano John Hillcoat (The Proposition, The Road) è stato presentato al festival di Cannes nel Maggio 2012, ed uscirà negli States il 31 Agosto mentre in Italia drovremo aspettare l'arrivo di Novembre. Recitato da una parata di stelle del cinema internazionale: Gary Oldman, Tom Hardy, Jason Clarke, Shia Labeouf, Jessica Chastain, Guy Pearce, Dane Dehaan, Noah Taylor, Mia Wasikowska.
Ambientato nel periodo della grande depressione e del proibizionismo americano degli anni 20/30 (parallelismo e amara riflessione con i nostri hard times? Pura casualità?), narra la storia di tre fratelli (Bondurant brothers) che sbarcano il lunario con la produzione (clandestina) di liquori ad alta gradazione. Le distillerie di Moonshine (whiskey) in quegli anni animavano il sottobosco clandestino. Poteva andarti bene o meno, in base al livello di complicità che riuscivi ad instaurare con le massime autorità. Ai fratelli Bondurant gli affari vanno bene, grazie al favoreggiamento della polizia locale, disposta a chiudere un occhio, anche due. Tutto peggiora e precipita con l'arrivo di un nuovo poliziotto nella piccola contea di Franklyn in Virginia, che pretenderà una parte degli introiti guadagnati dai fratelli . Da quel momento la trama inizierà a colorarsi di rosso sangue.
La sceneggiatura del film, forte e cruda ma a quanto pare non eccelsa, sembra l'anello debole della pellicola ( mi baso sempre sulle recensioni trovate in rete), è di Nick Cave che già lavorò su The Proposition . Ispirata dal romanzo di Matt Bondurant ("La contea più fradicia del mondo"), che a sua volta si basava su fatti realmente accaduti ai suoi avi.
A Nick Cave e al fedele Warren Ellis è affidata anche la colonna sonora come avvenuto con The Road, precedente film del regista Hillcoat. Questa volta i due fidi compagni (Bad Seeds e Grinderman) decidono di fare interpretare le canzoni -niente strumentali quindi-, reclutando un cast di interpreti di prim'ordine ( Mark Lanegan, Emmylou Harris, Ralph Stanley e Willie Nelson i principali) e scegliendo di far accompagnare alcune composizioni scritte di loro pugno da una manciata di cover assolutamente non banali; ma su questo con Nick Cave si va sul sicuro. Tutte rivestite di bluesgrass/country dal taglio spesso incisivo ed inquietante.
Battezzata la band di accompagnamento con il nome Bootleggers- in tema con il film- che vede oltre a Cave e Hellis anche Martyn P. Casey (fido bassista nei Bad Sedds e Grinderman), George Vjestica (chitarrista aggiunto nei Groove Armada) e il musicista David Sard.
Spetta a Mark Lanegan aprire il disco.
La voce di Lanegan, sempre più di moda ed inseguita in questi ultimi anni, calza a pannello su Fire and Brimstone, canzone di Link Wray, seminale chitarrista che rivoluzionò la chitarra moderna e che non ebbe mai l'esposizione mediatica e i riconoscimenti meritati sia in vita che ora. Canzone, quasi stonesiana, presa all'omonimo disco del 1971, in cui il chitarrista, dopo anni di molti strumentali, si cimentò al canto con eccellenti risultati. Fire and Brimston verrà ripresa più avanti nel disco e affidata alle cure di Ralph Stanley, in modo minimale con sola voce e chitarra. Stanley, che oggi è un arzillo ottantacinquenne, in compagnia del suo fido banjo riuscì a portare alle masse, insieme al fratello (oggi scomparso) un genere come il bluegrass, che attualmente, in America, sta vivendo una seconda popolarità grazie al crescente numero di giovani bands che si stanno buttando sulla tradizione. Stanley, un eroe del buegrass in patria, reinterpreta a cappella anche Sure'Nuff Yes I Do di Captain Beefheart e la sua voce non può non far venire in mente luoghi solitari e affascinanti come i vecchi monti Appalachi.
Un interprete come Lanegan va però sfruttato al meglio: eccolo, allora, alle prese con la più canonica, conosciuta e allucinogena  White Light/White Heat dei Velvet Underground (ripresa anche da Stanley e a tal proposito Cave in una intervista rilasciata a John Jurgensen dice: "Non si era mai avventurato in questo tipo di roba contemporanea, quindi alla fine è stato un bel colpo"), riveduta e corretta in una improbabile ma divertente rilettura country/grass -decisamente meglio di quella nenia noiosa sentita recentemente da Metallica/Lou Reed- e Sure' Nuff Yes I Do di quel genialoide di Captain Beefheart.
Lanegan va a nozze con tutto, così come la voce angelica di Emmylou Harris che contrasta in maniera rimarchevole con l'ugola profonda e cavernosa dell'ex Screaming Trees.
Il breve  intermezzo Fire in The Blood (ripreso due volte dalla Harris e una volta da Stanley) cantata da Emmylou Harris non lascia il segno pur essendo il motivo portante del film, diversamente da Cosmonaut, lieve e lucente affresco originale accompagnato dal mandolino. Così come notevole è la bella interpretazione di Snake Song di Townes Van Zandt (cantata recentemente anche da Lanegan/Campbell nel loro Hawk-2010), accompagnata da Cave e Hellis alla chitarra. La Harris ribadisce e riconferma che la vera icona femminile -incontrastata-del country continua a rimanere lei.
Emmylou Harris duetta anche con Liela Moss (affascinante e bionda cantante dei britannici The Duke Spirit) in So you'll aim towards the sky , melodica e pianistica ballata che chiudeva il secondo album The Sophware Slump (2000) degli ormai sciolti Grandaddy.
La brevissima Burnin' Hell di John Lee Hooker cantata da Nick Cave è un oscuro, marziale e darkeggiante bluegrass con uno stridente violino che ricorda le pazzie di Tom Waits, così come l'unico strumentale della colonna sonora, scritta appositamente per il film, End Crawl che chiude i battenti in modo raggelante e inquietatamente sinistro.
C'è ancora il tempo per la ciliegina sulla torta: è la stupenda Midnight Run di Willie Nelson, un fuorilegge della country music, autore quest'anno del bel Heroes(2012), che ci sguazza in una pellicola del genere; pur essendo ambientata nei primi anni del '900, grazie ai paesaggi naturali della Virginia e al profilo da fuorilegge dei protagonisti, sembra quasi un vecchio western. La canzone è già in odor di Oscar, e non compare nemmeno nel film.
A questo punto, non rimane altro che aspettare l'uscita del film per poter constatare di persona se la pellicola vale la colonna sonora. Intanto si può affermare con tutta chiarezza che Cave, dopo Wim Wenders , ha trovato nel conterraneo John Hillcoat, il regista che tramuta in immagini i suoi peggiori incubi e viceversa. Una di quelle colonne sonore pensate, lavorate e destinate a rimanere.


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