An Evening With MANUEL AGNELLI feat. Rodrigo D'Erasmo live @Teatro Display, Brescia, 23
Novembre 2019
metti una serata con Manuel Agnelli
Più di trenta anni di carriera sulle spalle e spesso sento parlare di lui in tv ancora come “nuova musica italiana”. Ha scritto almeno uno degli album fondamentali del rock alternativo italiano, volenti o nolenti, sfido chiunque a ripetere un album di quella intensità (anni novanta ma anche di sempre: Hai Paura Del Buio?), anche se credo che la discografia degli Afterhours almeno fino a Ballate Per Piccole Iene non abbia punti deboli.
Ha suonato negli States accompagnando gente come Greg Dulli e Mark Lanegan ottenendo il loro rispetto (e non è il solito rocker pecoreccio che fuori dai confini italiani non conta nulla), va in TV in un canale di stato a fare cover di Springsteen, Van Morrison, Jackson Browne/Nico, Lou Reed, Nick Drake, Beatles, Radiohead, Pixies, Suicide e qualcuno riesce ancora a trattarlo come l’ultimo arrivato. Lo so che ci siete, vi ho letto qualche tempo fa quando in TV c'era il suo programma Ossigeno.
Passa spesso per antipatico, forse perché è un artista determinato e con una forte personalità, viscerale, che fa scelte, che si sbatte per la musica mettendoci la faccia. Che sia mettere in piede un festival come il Tora! Tora! (ricordate?) o fare il giudice a X Factor.
Uno che divide: o lo ami o lo odi. Però non si può riconoscergli o fare finta di nulla davanti alla sua importanza nel rock italiano degli anni 90, 2000.
Ora sta portando in giro questo spettacolo (An Evening With Manuel Agnelli) intimo, caldo, avvolgente e coinvolgente, fatto di tante canzoni ma anche di poesia, letteratura, aneddoti, accompagnato sul palco dal solo Rodrigo D'Erasmo e da un semplice quando accattivante gioco di luci.
Agnelli sfodera la sua potenza vocale, mai così in luce e in primo piano, il suo bagaglio musicale e il suo essere musicista a tutto tondo: dalle sue canzoni ai Joy Division, da una 'Lost in The Flood' che nemmeno più Springsteen fa così al pianoforte, a un "tributo" a Nick Cave con una toccante 'Skeleton Tree', 'Berlin' di Lou Reed (seguita dai ricordi delle sue disavventure giovanili in Germania) , 'True Love Will Find You In The End' omaggio a Daniel Johnston, passando da Battisti a Lana Del Rey (captata dagli ascolti della figlia). Pochi saprebbero affrontare certi repertori così vari, uscendone vincenti.
E non meno importante: esce la sua simpatia che tocca l'apice nell'aneddoto sul viaggio con Emidio Clementi in India. Già, proprio così.
Se amate la musica è uno spettacolo assolutamente da non perdere (una delle cose più belle viste quest'anno) e forse chissà: se siete tra coloro che non lo hanno mai sopportato potreste anche cambiare la vostra visuale. Non è forse questo il bello della musica? Sorprendere.
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