lunedì 16 luglio 2018

RECENSIONE: THE JAYHAWKS (Back Roads And Abandoned Motels)


The JAYHAWKS Back Roads And Abandoned Motels (Legacy Records, 2018)





le belle strade secondarie
Tanti vecchi figli riuniti per l’occasione. Così in sintesi potremmo liquidare il nuovo disco dei JAYHAWKS, raccolta di canzoni scritte da Gary Louris con altri interpreti nel tempo ma che ora ritornano a vivere sotto lo stesso tetto con uno dei veri padri e la sua famiglia. Anche se qualche maligno potrebbe uscirne con un “calo di idee e ispirazione” per un nuovo disco interamente di inediti? Tutte scritte con altri autori (con le Dixie Chicks, ‘Gonna Be A Darkness’ con Jakob Dylan, ‘Eldorado’ con Carrie Rodriguez) mentre le ultime due in scaletta ( la sognante ‘Carry You To Safety' e la delicata 'Leaving Detroit') sono completamente nuove. Queste sì. “Quando scrivi con qualcun altro è come se lo stessi invitando ad entrare in te, e devi scrivere delle sue situazioni”, racconta Louris. Per la prima volta poi, Louris lascia il microfono in una manciata di canzoni al batterista Tim O’Reagan e alla tastierista Karen Grotberg (a lei il compito di aprire il disco con 'Come Cryin' To Me'), tanto per ribadire il concetto di famiglia allargata. Un disco che sulla carta si potrebbe presentare poco omogeneo ma che invece fa della compattezza il suo carattere distintivo, confermando ed esaltando Louris come una dei più attenti e fini songwriter della sua generazione e i Jayhawks come i migliori interpreti d’Americana degli ultimi sei lustri (chiedere a Ray Davies che li ha scelti come backing band per i suoi dischi made in Usa, l’ultimo di fresca uscita). Evocativo, acustico, introspettivo e fatto di ballate prevalentemente cullanti, spesso puntellate da violino e pianoforte, e armonie cristalline che si insinuano senza fatica tra le pieghe dei ricordi e dei rimpianti, sbuffando frizzante aria di libertà. Certo, manca la profondità di Mark Olson ma i Jayhawks di oggi sono questi. Tutti i pezzi sono stati registrati in due sedute ai Flowers Studio di Minneapolis e impacchettate dentro a una foto di copertina scattata da Wim Wenders che si candida a diventare una delle più suggestive dell’anno con un titolo che sembra spiegare molto bene la natura di queste undici canzoni, a cui è stata offerta una seconda vita: le strade secondarie e i Motels abbandonati hanno sempre un fascino speciale. Incuriosiscono e attirano.





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