ALICE COOPER Welcome 2 my Nightmare( Universal Music,2011)
Ho sempre creduto poco ai remake cinemaografici ancor di meno in quelli musicali. Un capolavoro, unico deve restare. Lontano da attacchi e le repliche con quel pesante numero 2 nel titolo(che già da sè li posizionano dietro) e l'uscita a distanza di decenni dall'originale, si sono sempre rivelati poco convincenti se non per attrarre l'attenzione mass mediatica ma soprattutto paragonarli agli originali caricandoli di aspettative che difficilmente vengono mantenute. Rimanendo nel campo hard rock i primi esempi che mi vengono in mente sono: "Operation mindcrime II" dei Queensryche e "Land of free II" dei Gamma Ray, opere che con gli originali ben poco avevano a che fare, ma l'elenco è lungo.
Non mi piace quindi che Alice Cooper sia caduto in questo clichè del ripescaggio, perchè gli ultimissimi lavori lo vedevano in gran forma. The Eyes of Alice Cooper e Dirty Diamonds avevano recuperato quel grezzo suono rock'n'roll di Detroit staccandosi dal modernariato industriale dei più forzati Brutal Planet e Dragontown. L'ultimo Along came a spider tornava al concept album con risultati poco esaltanti ma comunque dignitosi.
Allora il modo migliore per analizzare il disco è cercare di dimenticarsi il titolo e in questo caso anche la copertina che in qualche modo cerca la continuazione con il famoso disco uscito nel 1975, vero e proprio primo tentativo di unire il rock con l'opera a tinte horror. Il revival, per essere completo, si allarga anche ai musicisti coinvolti: il chitarrista Michael Bruce,il bassista Dennis Dunaway e il batterista Neal Smith riuniti tutti insieme in alcune tracce . Unico assente della band che lo accompagnava negli anni '70 è il povero Glen Buxton scomparso nel 1997. Il tutto sotto la regia del produttore di allora ossia Bob Ezrin. Se remake dev'essere che sia almeno completo anche nei protagonisti, si sarà detto il buon Alice. Buon ospite nel disco, tra l'interminabile lista, il chitarrista Steve Hunter già con lo stesso Alice e Lou reed.
Difficile dare un giudizio uniforme di un album di 14 tracce, sfuggente e poco catalogabile come questo che comunque lo stesso Cooper precisa essere la versione aggiornata di quello uscito 36 anni fa. La differenza purtroppo la fa il tempo. Alice Cooper scrisse quello che unanimamente è considerato il suo capolavoro in un periodo di totale disfacimento personale, con l'incubo dell'alcol in piena azione e le canzoni ne beneficiarono ottimamente. Il suo personaggio e la carica teatrale, cinematografica e Grand Guignolesca, la storia dietro ai testi delle canzoni davano fastidio alla società americana e ai benpensanti di allora, oggi non più.
Se cercate le nuove Only women Bleed, The black widow e Steven difficilmente le troverete però bypassando gli episodi più imbarazzanti e fuori dal coro che fanno rimpiangere anche le derive bonjoviane di fine anni ottanta, alcune cose buone si possono trovare. Canzoni fortemente volute e studiate che potrebbero far parte del gioco ed essere un colpo di teatro, ma che alla fine risultano eccessive anche per uno come Alice Cooper abituato a sorprendere: What baby wants cantata in coppia con la popstar Kesha(che recentemente si è prodigata di complimenti verso papà Vincent Furnier) è un pop ballabile che strizza l'occhio alla mtv generation più giovane, anche il pasticcio sonoro di Disco bloodbath boogie fever un rock dance con un cantato rappato ed un coro piratesco alquanto dubbio con il solo di chitarra dell'altro ospite John 5 a salvare metà canzone. Una ricerca ossessiva del moderno che entusiasma poco in verità. Se questo era il tentativo di modernizzare il vecchio Welcome to my nightmare, allora è bocciatura.
Meglio buttarsi sulle bizzarrie più classiche e ortodosse, piene di sense of humour, come la marcetta/country Last man on Earth con banjo e ottoni che strizza l'occhio a Tom Waits, la tensione dell'overture teatrale, anche con le poche piacevoli voci filtrate I Am made of you e della breve presentazione di The Nightmare returns.
La parte migliore che resta sono: il divertente rock'n'roll alla stones di I'll bite your face off, i fiati di Ghouls Gone Wild tra anni '50 e i Ramones periodo Phil Spector, lo sferragliante e veloce rock'n'roll di A Runaway train, le più solide e pesanti hard rock di When Hell Comes Home, Caffeine o la ballad sulla scia di John Lennon/Beatles Something to remember me by fino ad arrivare alla chiusura affidata a Underture tra classica e rock.
Un disco a corrente alterna e ambizioso, inferiore alle sue ultime uscite con la ricerca forzata del sequel che purtroppo ha inciso negativamente sulla riuscita globale del lavoro ma che sicuramente verrà sfruttato al meglio nello spettacolo che verrà allestito per le date live.
Alice Cooper ha ancora tante vite da giocarsi ma il dubbio che sia riuscito ancora una volta a prendersi gioco di noi, rimane dopo l'ascolto.
Un'altra recensione del cavolo di chi non ha capito niente di questo album né il significato dei testi delle canzoni.
RispondiEliminaPorca miseria davvero eh...
RispondiElimina"il pasticcio sonoro di Disco bloodbath boogie fever un rock dance con un cantato rappato ed un coro piratesco alquanto dubbio con il solo di chitarra dell'altro ospite John 5 a salvare metà canzone"
Questo è l'esempio lampante di come il Sig.Curelli non abbia capito nulla di questo album... si chiama IRONIA... prima che John salvasse la canzone con l'assolo di chitarra ci sono delle frasi ben precise... dopo le quali parte l'assolo... i TESTI!!! Vanno considerati anche i testi quando si recensisce.
Ragazzi i testi sono sotto mano...il concept anche ...ciò non toglie che queste canzoni ironiche o no che siano nell'insieme non mi siano piaciute...penso sia una cosa soggettiva o no? Visto trattasi di musica...e non di prosa. MoonWitch:prima di parlare della canzoni(What baby wants e Disco Bloodbath Boogie) spiego chiaramente che sono ironiche, anche se non uso il vocabolo "ironia"...
RispondiElimina... a parere mio questo è un album molto ben riuscito. E no, non ritengo che Alice si sia preso gioco di noi... non credo l'abbia mai fatto.
RispondiEliminaMoonWitch:rispetto il tuo parere e accetto le critiche, ci mancherebbe. Per me è riuscito a metà...mettiamola così...Poi a me Alice Cooper piace moltissimo e proprio per questo avrei preferito continuasse sulla scia di Dirty Diamonds e the Eyes...piuttosto che tirare fuori l'epopea di Steven adattandola ai nostri giorni.Mi sembra "tutto" tirato per il collo...spero di rivalutarlo nel tempo, per ora è così! Ciao
RispondiEliminaNel mentre Welcome 2 My Nightmare è al 22 posto nella top 200 di Billboard (la classifica USA dei dischi più venduti), risultato che il buon Alice non raggiungeva da più di 10 anni. :-)
RispondiEliminaE' curioso come questo album abbia scatenato reazioni opposte... da una parte chi ci ha visto il capolavoro e impazzisce ascoltandolo a ripetizione... dall'altra chi è rimasto deluso... boh... io erano anni che non ero cosi entusiasta su un suo lavoro... oddio, non che gli ultimi non mi siano piaciuti eh... ma non come questo! :))
RispondiElimina@Lorenzo:sono contento per le "casse" di Alice Cooper. Non sono solito guardare le classifiche...ma se la metti così, dai ragione a quello che ho scritto in recensione..."Along came a spider" aveva un concept certamente interessante ma è passato quasi inosservato...chissà perchè?
RispondiElimina"Along came a spider" è stato l'album di Alice a vendere di più dai tempi di "The Last Temptation" (a punto che voleva farne un seguito), non direi che è passato quasi inosservato.
RispondiEliminaForse la spiegazione è che i suoi album sono spesso tanto musicalmente diversi che anche gli stessi fans restano spiazzati e faticano a "mettersi d'accordo".
Per i miei gusti ad esempio "Brutal Planet" è uno dei suoi migliori album di sempre (dal sound ai testi)eppure non ha venduto bene come altri.
L'ho preso da qualche giorno e oggettivamente contiene della buona musica.
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