Solo pochi mesi fa, Patti Smith fu ospite sopra il palco di Sanremo insieme ai Marlene Kuntz. Il giorno dopo l'esibizione, in uno di quei contenitori pomeridiani della tv nazionale (perchè fossi lì davanti non lo so...si dice sempre così...), il famoso critico musicale con il ciuffo e gli abiti sgargianti, interrogato sugli ospiti stranieri presenti la sera prima, minimizzò l'intervento di Patti Smith-per la cronaca è stato il momento più alto di quella competizione canora-asserendo che solo più in Italia riusciamo a scaldarci per lei, artista in declino nel resto del mondo. Secondo lui, Patti Smith lavorerebbe solo in Italia perchè in patria non è più considerata ed i suoi dischi passano inosservati. Come se lavorare in Italia fosse una colpa. Alla fine, infierì con l'ultima uscita: "Because the Night di Springsteen avrebbe funzionato cantata da chiunque"-dimenticando che la cantante contribuì alla stesura del pezzo.
Sul mio volto un grande punto di domanda. Che Patti Smith ami l'Italia è cosa risaputa ed il nuovo disco, l'undicesimo della sua carriera a sette anni dall'ultimo disco di cover Twelve(2007) e ben otto da Trampin'(2004), sembra dimostrarlo e confermarlo. Alcune canzoni hanno addirittura preso vita sopra alla Costa Concordia-sì proprio quella- durante un viaggio in mare insieme a Lenny Kaye, invitati dal regista Jan Luc Godard( vedi il carezzevole candore di Seneca e la titletrack Banga). Forse perchè è una dei pochi artisti internazionali a trovare ancora ispirazione dall'ARTE italiana, cosa che nemmeno noi italiani-ciechi in patria- riusciamo più a fare. I dieci tesi e stridenti minuti di Costantine's Dream sono stati ispirati dal dipinto di Piero della Francesca conservato nella basilica di San Francesco, musicati insieme ai folker aretini Casa del Vento. Santi, imperatori, navigatori (viene citato anche Cristoforo Colombo) e Rinascimento. L'iniziale spoken song Amerigo ci immerge completamente nelle acque in compagnia dell'esploratore Vespucci, guidandoci verso la scoperta di nuove terre. Brava.
Capirete che i suoi dati di vendita negli States e nel resto del mondo poco interessano, in verità. Perchè Banga è il miglior disco di Patti Smith degli ultimi vent'anni. Diamo a Patti Smith anche la cittadinanza italiana, se necessario.
Un disco uscito solo dopo aver raccolto le storie, le emozioni, gli omaggi, le citazioni storiche e moderne necessarie a riempire più di sessanta minuti di musica. Patti Smith ha i suoi tempi. La musica è solo una parte della sua arte, e come tale deve condividere i preziosi minuti, le ore e i giorni con la poesia, la fotografia, la narrativa (Just kids), la sua vita (tutta). Attenta osservatrice e unica nel riversare in musica quello che i suoi occhi vedono. E dove non arrivano le pupille ci pensa la sua inseparabile macchina fotografica "vintage" a cogliere i momenti in giro per il mondo-non solo in Italia. Poetica visiva.
Tanti omaggi e ricordi legati all'attualità e alle persone: Fuji-San è un rock chitarristico ma carezzevole, omaggio al popolo giapponese vittima di disastri naturali (e non) negli ultimi anni, un popolo coraggioso da seguire come esempio, ogni tanto; This is the Girl è uno splendido ricordo di Amy Winehouse, che non conobbe mai, ma musicato in modo tale che sicuramente sarebbe piaciuto cantare anche alla scomparsa cantautrice londinese; la toccante ballata Maria per la sua amica Maria Schneider, attrice, pure lei scomparsa l'anno scorso. Diventò famosa grazie al film più censurato di sempre, Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Intensa e interrota dall'assolo chitarristico del figlio Jackson. Due vite e due talenti quelli di Amy e Maria finiti troppo presto.
Chi non ha mai sognato di avere come regalo di compleanno una canzone scritta appositamente per l'evento. Johnny Depp-ancora lui-, oltre a tante altre fortune, ha pure questa. Nine fu scritta da Patti Smith come regalo, in mancanza di qualche oggetto fisico, sicuramente meno indispensabile. La chitarra di Tom Verlaine fa il resto.
Il primo singolo uscito April Fool, mentiva riguardo la natura di questo album. La sua costruzione pop e la chitarra di Tom Verlaine non lasciano presagire la bellezza di questo disco e le innumerevoli citazioni letterarie che le altre canzoni contengono: ancora il sentimento d'amore che esce da Mosaic, la narrativa Tarkovsky, sugli orrori di guerra.
Registrato e pensato in giro per il mondo, anche negli storici studi Electric Lady di New York, insieme allo storico Lenny Kaye, e ai fidati collaboratori dell'ultimo periodo: Tony Shanahan al basso, Jay Dee Daugherty alla batteria, Jack Petruzzelli alla chitarra e a tutti gli altri che ho già citato.
After the Golrush di Neil Young, potrebbe essere uno scarto (...e che scarto) del precedente Twelve e chiude il disco con uno dei testi più psichedelici scritti dal canadese. Riletta in modo quasi fedele con l'aggiunta di un coro di bambini ad esaltare ed aggiornare "la fuga di madre natura", nel corso dei decenni.
Se Patti Smith continua a lavorare solo in Italia, come dice qualcuno...impariamo a difendere questo patrimonio piovuto dal cielo, come dobbiamo imparare a difendere la nostra arte, capace ancora di ispirare (solo) i grandi.
vedi anche RECENSIONE/REPORT live: PATTI SMITH ,Collisioni Festival, Barolo(CN) 14 Luglio 2012
vedi anche RECENSIONE/REPORT live: PATTI SMITH ,Collisioni Festival, Barolo(CN) 14 Luglio 2012